La stragrande maggioranza dei clinici concorda sulla necessità di adottare il modello trifasico per trattare i clienti con un disturbo dissociativo complesso. Solitamente, una volta completato un processo diagnostico scrupoloso e realizzata un’attenta concettualizzazione del caso, il trattamento prevede una fase di stabilizzazione e di riduzione dei sintomi. Ma cosa occorre stabilizzare esattamente e per quanto tempo? Sono molte le domande che, spesso, i terapeuti si pongono rispetto a questa fase: “Come faccio a stabilire delle priorità e a dare inizio al trattamento? Fino a che punto è necessario coinvolgere un cliente che chiede disperatamente aiuto, ma non si fida di me e mi guarda con paura? Come posso assumere il controllo della terapia e, al contempo, fare uno sforzo collaborativo con il cliente? Come faccio a lavorare con diverse tipologie di parti dissociate (per es. parti estremamente dipendenti, evitanti, arrabbiate o persecutorie)? Come faccio a gestire le diverse emozioni intense associate sia al transfert che al controtransfert?”.
Di recente, alcuni Esperti sono arrivati a sostenere che non sia necessaria una fase di stabilizzazione e sia preferibile, invece, focalizzarsi immediatamente sull’elaborazione del trauma. Il corso tenterà, dunque, di rispondere alle seguenti domande: i terapeuti devono stabilizzare il cliente oppure no? Come possono rendersi conto di aver lavorato abbastanza sulla stabilizzazione del cliente, in preparazione alla seconda fase del trattamento?
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I principali dilemmi nel trattamento dei disturbi dissociativi
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