Descrizione del corso
Che si tratti di noti leader politici, celebrità, stelle dello sport o leader di sette, è pressoché infinito il numero di personaggi che ostentano, con presunzione e supponenza, stili di vita il cui motto sembra essere “le regole non valgono per me” o dipingono sé stessi come vittime o martiri straordinari. Parole come “narcisista”, “gaslighting” o espressioni come “love bombing”, “trauma da tradimento” e “narcisismo maligno” sono diventate sempre più popolari e conosciute, tanto da comparire quotidianamente all’interno di pagine social, giornali, riviste, trasmissioni televisive o radiofoniche. Un tempo appartenenti esclusivamente al linguaggio clinico dei professionisti della salute mentale, questi termini sono rapidamente entrati a far parte del lessico familiare delle conversazioni di tutti i giorni, da quelle pubblicate sulle pagine di celebri blog a quelle che si hanno in famiglia, in qualsiasi Paese del mondo.
Oggi, il narcisismo (e non solo) sta iniziando a essere riconosciuto più prontamente come chiave di lettura per riuscire a comprendere i comportamenti provocatori e sgradevoli messi in atto da partner, amici, colleghi, superiori o familiari.
Lo spettro del narcisismo va da forme di ostentazione seccanti ma innocue a forme
decisamente più gravi e minacciose (il cosiddetto “narcisismo maligno”), con una vasta gamma di sfumature intermedie.
I narcisisti lottano per ricevere approvazione, avere il controllo, ottenere diritti e privilegi speciali, nonché per preservare la propria capacità di restare autonomi dal punto di vista emotivo, senza mai essere controllati da nessuno. Le loro origini sono solitamente caratterizzate dall’influenza reciproca tra una certa struttura biologica e determinante esperienze ambientali. Spesso, i narcisisti nascondono un profondo senso di vergogna e di insicurezza al di sotto di bisogni precoci rimasti insoddisfatti: essere compresi, amati e accettati in modo incondizionato, riuscire a tollerare la frustrazione e a rispettare i limiti.
Sebbene talvolta possano essere considerati affascinanti, intelligenti o eroici, agli occhi del coniuge, del partner o di qualsiasi altra persona graviti attorno a loro, i comportamenti attuati dai narcisisti appaiono spesso intimidatori, intrusivi, ingannevoli, vuoti e, in alcuni casi, persino violenti.
Affrontare l’atteggiamento prepotente, presuntuoso e autocelebrativo di un/a narcisista e abbattere le barriere che ha innalzato per bloccare, attraverso l’insolenza, ogni forma di emozione, è una grande sfida per la persona che gli/le sta accanto: esausto, ferito nel profondo, emotivamente attivato, privo di fiducia in sé stesso, l’altro significativo non può che avere una comprensione limitata della complessa architettura della personalità narcisistica. Altrettanto complessa resta la sfida a cui si trova dinnanzi il terapeuta: nonostante la solidità emotiva e la formazione professionale alla base della sua mentalità clinica e nonostante l’ampia gamma di strumenti e di risorse a cui può attingere, lavorare con un cliente narcisista resta una delle più grandi sfide da affrontare in assoluto.
Argomenti trattati dai relatori in questo corso
La saggezza dell’empatia in un’era di narcisismo
“Empatia” è una parola in parte fraintesa e utilizzata in modo improprio. Questo termine assume una rilevanza particolare per tutti coloro che orbitano attorno a dei narcisisti: nella relazione con questi affascinanti, emotivamente “urticanti”, megalomani, dare e ricevere empatia può risultare molto difficile.
Ma cos’è esattamente l’empatia? Può essere appresa? Ha un valore reale? Non è semplicemente un sinonimo di “compassione”? Com’è possibile provare empatia per un/a narcisista? Quest’ultimo/a è in grado di mettersi nei panni di un’altra persona?
Oggi, il fenomeno dell’empatia è al centro dell’analisi condotta da alcuni dei più grandi pensatori ed esperti di comunicazione (tra cui giornalisti, psicologi, ricercatori, analisti politici, antropologi e celebri scrittori): dagli studi suoi neuroni specchio a quelli sulla coscienza morale, i tentativi di spiegare l’eziologia, l’agenzia e l’utilità della compassione sono molteplici.
Molti esperti in ambito clinico concordano sul fatto che uno sviluppo sano in età adulta dipende dalla capacità del genitore/caregiver di offrire al bambino una “connessione emotiva sintonizzata” e amore incondizionato. Quando questo bisogno non viene adeguatamente soddisfatto durante l’infanzia, la sensazione del bambino di essere incompreso, invisibile, insignificante, solo, persino disprezzato, può causare una dolorosa interiorizzazione di temi negativi rispetto al Sé e portare allo sviluppo di pattern di auto-sabotaggio nel corso della vita.
Il bisogno di essere visti, di sentirsi compresi, è un bisogno umano altamente sottovalutato, nonostante costituisca probabilmente uno degli elementi più potenti e necessari alla base di uno sviluppo sano in età adulta e della creazione di una consapevolezza empatica. Essere empatici significa entrare in uno stato di comprensione (non necessariamente essendo d’accordo con l’altro): è uno stato in cui andiamo ad assemblare un’immagine, una storia che ci aiuta a “sentire”, a “esperire” il mondo interiore di un’altra persona. Da un punto di vista emotivo, intellettuale e fisico, ci sforziamo di dare significato a ciò che vediamo, sentiamo ed esperiamo, che si tratti del protagonista di un film, della persona amata di fronte a noi, oppure della nostra immagine allo specchio. Tale sensibilità a livello sensoriale lascia spazio alla chiarezza e alla verità, sgravando l’individuo del peso di responsabilità che non gli appartengono, del senso di colpa, della rabbia tossica, della vergogna e dell’impotenza. La saggezza di una mente empaticamente sintonizzata può offrire sollievo a livello emotivo, eliminando i meccanismi dell’auto-colpevolizzazione e focalizzandosi, invece, su una gestione efficace del confronto, sulla definizione di limiti e sulla trasformazione personale; a volte (ma non sempre), spinge persino l’individuo verso la compassione, la tolleranza, l’accettazione e il perdono.
Identificare e affrontare le comorbidità: il disturbo narcisistico di personalità e il disturbo borderline di personalità
Lo sapevate che, secondo uno studio epidemiologico del 2008 durante il quale sono state realizzate ben 35.000 interviste in presenza, circa il 40% dei soggetti con un disturbo narcisistico di personalità soffre anche di disturbo borderline di personalità o comunque presenta i tratti tipici di questo disturbo? Beh, adesso lo sapete.
Per i clinici specializzati nel trattamento del Disturbo Narcisistico di Personalità (o NPD – Narcissistic Personality Disorder), le implicazioni di questi risultati preliminari sono profonde. Durante questa presentazione, Randi Kreger – autrice del bestseller “Stop Walking on Eggshells” e di ben 4 libri sul Disturbo Borderline di Personalità (o BPD – Borderline Personality Disorder), tratterà vari temi: illustrerà tutto ciò che occorre sapere sul BPD; analizzerà le sue somiglianze e differenze rispetto al disturbo narcisistico di personalità; illustrerà gli altri disturbi di personalità spesso presenti in comorbidità; presenterà i tre principali indicatori di differenziazione in grado di aiutare i clinici a orientarsi durante l’assessment e la formulazione del trattamento; offrirà un elenco completo di risorse a cui attingere, rivolte sia ai professionisti della salute mentale che al grande pubblico.
Randi offrirà, inoltre, una panoramica generale sulle principali sfide interpersonali a cui sono confrontati i familiari dei soggetti con simili disturbi di personalità. I partecipanti impareranno a identificare l’impatto e le implicazioni del trattamento per i genitori, il partner, i figli adulti e gli altri familiari (es. fratelli/sorelle) di questi soggetti, spesso accomunati dal senso di perdita, dallo stress e dal trauma. Le conoscenze acquisite permetteranno ai partecipanti di trasformare la qualità, nonché l’outcome di trattamento, del lavoro terapeutico con i clienti con un disturbo narcisistico e/o un disturbo borderline di personalità e le loro famiglie.
Comprendere il pattern narcisistico distruttivo
La presentazione descriverà i diversi comportamenti e atteggiamenti che costituiscono il cosiddetto Pattern Narcisistico Distruttivo, concettualizzato come categoria subclinica del Disturbo Narcisistico di Personalità (NPD) presente nel DSM. Partendo da una concezione del narcisismo come continuum associato a questioni di autostima e di natura evolutiva, saranno riprese varie teorie, tra cui quelle proposte da Klein, Mahler e Kohut. Mentre alcuni individui potrebbero presentare alcuni dei comportamenti e degli atteggiamenti diagnosticabili, i soggetti descritti da questa presentazione tendono a essere numericamente inferiori e ad avere atteggiamenti meno intensi, ma comunque problematici per gli altri e all’interno delle loro relazioni. Nina Brown illustrerà le diverse tipologie di questi soggetti, l’impatto dei loro comportamenti e atteggiamenti sugli altri e spiegherà come costruire un narcisismo adulto sano (HAN – healthy adult narcissism).
Sconfiggi il bullo: Come negoziare con un narcisista e vincere
Molti pensano che sia impossibile negoziare con i narcisisti, ma non è così. Grazie alla sua formazione professionale, alle sue conoscenze e all’esperienza diretta come avvocato – ruolo che l’ha portata spesso a confrontarsi con dei narcisisti – Rebecca Zung ha messo a punto una serie di strategie specifiche, nonché un piano d’azione dall’efficacia comprovata, in grado di aiutare le persone a gestire le conversazioni con i narcisisti sentendosi forti e pronti a sferrare un’offensiva anziché restare perennemente sulla difensiva. Il suo intervento dimostrerà che è possibile uscire vincitori – e non sconfitti – da simili conversazioni, senza subire alcun contraccolpo. Questa presentazione illustrerà, inoltre, come riuscire a trovare il coraggio necessario per raggiungere la risoluzione desiderata e orientare l’esito della conversazione in tal senso.
Trattare il Disturbo Narcisistico di Personalità oggi: comprenderne la psicopatologia
Oggi abbiamo diverse opzioni e strategie per trattare in modo migliore i pazienti con un Disturbo Narcisistico di Personalità. In particolare, i clinici devono concentrare il proprio lavoro su 5 ambiti principali del narcisismo patologico: a) schemi Sé-altro maladattivi; b) scarsa capacità di autoriflessione e tendenza all’intellettualizzazione; c) agentività (agency) distorta; d) strategie di coping maladattive; e) scarsa empatia e mancanza di una teoria della mente. All’interno di questo contesto, Giancarlo Dimaggio offrirà specifici suggerimenti terapeutici applicabili a una modalità di trattamento integrativo, formulati in modo da prestarsi a un’indagine di tipo empirico.
In particolare, il Dott. Dimaggio descriverà come:
Verrà spiegato, inoltre, perché promuovere un atteggiamento empatico nei confronti degli altri non risulta d’aiuto al paziente quando il terapeuta inserisce questo aspetto in una fase troppo precoce della terapia. Saranno descritti, infine, una serie di casi clinici per aiutare i partecipanti a comprendere, da un lato, cosa può compromettere il successo del trattamento e, dall’altro, cosa può contribuire a farlo funzionare.
La ricerca sul narcisismo: le più recenti scoperte scientifiche
Nel corso degli ultimi decenni, la ricerca scientifica sul narcisismo è letteralmente esplosa. In questo intervento, Keith Campbell offrirà una panoramica dei diversi progressi compiuti dalla ricerca in quest’ambito. In particolare, la presentazione si focalizzerà sulle due facce del narcisismo – grandiosità e vulnerabilità – e analizzerà i tre tratti della personalità fondamentali su cui si fondano entrambe. Saranno illustrate, inoltre, le varie conseguenze del narcisismo a livello sociale, dai social media alla leadership, evidenziando il ruolo svolto dai diversi aspetti del narcisismo.
Trauma da tradimento e cecità da tradimento: perché il whisteblowing è il peggior lavoro al mondo
Per 12 anni, guidato da Keith Raniere, ho “seguito il mio destino”, convinto di fare la mia parte per rendere il mondo un posto migliore. Consideravo Raniere uno scienziato del comportamento umano estremamente intelligente e profondamente empatico; ero convinto che fosse l’esempio più raro di grandezza e di nobiltà in un essere umano. Era un modello per me, volevo fermamente diventare come lui. Poi, nell’aprile del 2017, ho vissuto l’esperienza scioccante e straziante di rendermi finalmente conto del profondo tradimento di cui ero vittima: Raniere era, in realtà, un narcisista maligno crudele e delirante che si serviva dell’organizzazione da lui creata come “cavallo di troia” per soddisfare il suo bisogno malato di controllo e coinvolgere persone ben intenzionate in una guerra psicologica. Dopo essermi implicitamente fidato di lui per molti anni, questa presa di coscienza ha completamente sconvolto tutto il mio mondo. I valori che consideravo più preziosi – la bontà e l’onore – erano stati irrimediabilmente macchiati e mi sentivo come se la mia anima fosse stata violata. Andavo alla deriva in un mare di incertezze e annaspavo mentre la mia integrità psichica andava in pezzi. A quel punto, insieme a pochi altri coraggiosi informatori (whistleblower), ho deciso di dichiarare guerra sia a Raniere che ai suoi più fedeli seguaci. In tribunale, i suoi avvocati hanno utilizzato contro di noi ogni possibile strategia di abuso, compresa quella che in inglese prende il nome di DARVO (Deny, Attack, Reverse Victim and Offender – negare, attaccare, rovesciare il ruolo della vittima e del perpetratore). Questa battaglia legale di tre anni, culminata in 6 rinvii a giudizio e una sentenza di 120 anni di carcere per Raniere, mi ha portato a interrogarmi profondamente su me stesso: cosa mi era accaduto? La psiche umana è realmente così TANTO malleabile? Perché simili forme patologiche e pattern di abuso vengono comprese a malapena all’interno della società? Nel corso della guerra contro Raniere ho iniziato a studiare febbrilmente il narcisismo e l’abuso narcisistico. La cosa che più mi faceva infuriare era il rifiuto ostinato, da parte delle vittime di Raniere, di vedere ciò che era dinnanzi ai loro stessi occhi, del tutto visibile. Queste persone avevano sviluppato un profondo legame traumatico con un maniaco. Perché le stesse persone che cercavamo di mettere in salvo continuavano a proteggere un narcisista maligno, riversando tutto il loro odio su noi informatori? Sono stato il bersaglio di una macchina del fango incessante; queste persone facevano di tutto per accertarsi che le informazioni che fornivo fossero censurate o rimosse. È nato così il mio interesse nei confronti della struttura e dei meccanismi alla base del gaslighting, della triangolazione, delle campagne diffamatorie, dei legami traumatici, della cecità al tradimento, del trauma da tradimento e del narcisismo nascosto (covert narcissism). Nonostante io non sia uno psicologo né un esperto del settore, vivere personalmente questa esperienza mi ha reso in qualche modo un esperto in materia di narcisismo, in grado di offrire una testimonianza diretta su questo tema. I miei studi mi hanno aiutato a uscire dall’inferno in cui ero finito, portandomi a sviluppare una comprensione di me stesso mai così profonda.
Gestire la co-genitorialità con un/a narcisista
Molti credono che il proprio partner sia e resterà sempre il loro migliore amico e alleato. Purtroppo, in alcuni casi, il partner rivela una personalità narcisistica, cosa che rende difficile risolvere anche i conflitti più comuni e banali. Essere sposati o in coppia con una persona altamente egocentrica può essere straziante, soprattutto quando sono coinvolti dei figli. I partner (e i figli) dei narcisisti sono spesso soggetti a comportamenti umilianti e prepotenti. I narcisisti tendono ad avere un bisogno costante di attenzione e di ammirazione e, quando le cose non vanno bene, sono solitamente i partner a essere accusati e a diventare il bersaglio di tutta la rabbia. Rimorsi e scuse sono tipicamente inesistenti perché, a causa della ferita narcisistica, i narcisisti non sono minimamente in grado di ammettere di aver sbagliato: la loro immagine di Sé deve essere impeccabile. Questi comportamenti possono avere un impatto significativo sui figli che, invece, fioriscono quando il genitore è amorevole e sintonizzato. I bambini cresciuti da un genitore narcisista potrebbero sentirsi indegni di essere amati, cercare di costruire il proprio valore personale esclusivamente attraverso i loro successi o essere costantemente trascinati in relazioni burrascose e altamente problematiche. Durante il suo intervento, Susan Stiffelman illustrerà una serie di strategie finalizzate a stabilire confini chiari senza innescare scatti d’ira né situazioni di tensione diffusa, aiutando il bambino a comprendere che non è la causa del comportamento svilente, imprevedibile o deludente del genitore narcisista. Gestendo un programma di supporto mensile insieme a Wendy Behary sulle sfide della co-genitorialità con un/a narcisista, Susan conosce molto bene le sfide e le complessità implicate dal dover crescere un figlio insieme a un genitore altamente egocentrico.
Gli obiettivi formativi e cosa imparerai
A chi è rivolto questo corso?
🪙 33 Crediti ECM
Wendy Behary, Randi Kreger, Nina Brown, Rebecca Zung, Giancarlo Dimaggio, Keith Campbell, Mark Vicente, Susan Stiffelman
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Accreditato in FAD asincrona dal 01-07-2024 al 30-06-2025