Guarire la frammentazione del sé Come integrare le parti di sé dissociate dal trauma psicologico (Workshop aprile 2018)
Attaccamento Traumatico e co regolazione – La Neurobiologia Della Relazione la neurobiologia della relazione (Workshop novembre 2019)
Trasformare la psicoterapia virtuale in un’esperienza relazionale (Serie di tre webinar autunno 2020)
Guarire le ferite traumatiche: un modello di terapia breve per il trattamento del trauma (Webinar novembre 2021)
Guarire la frammentazione del sé Come integrare le parti di sé dissociate dal trauma psicologico (Workshop aprile 2018)
L’alienazione da sé in presenza di genitori abusanti o disfunzionali costituisce una strategia di sopravvivenza attraverso la quale i bambini mantengono l’attaccamento ai caregiver
disconoscendo se stessi in quanto “cattivi” o “non amabili”.
Questa mancata autoaccettazione – profondamente dolorosa – causa senso di vergogna e disprezzo di sé, difficoltà di auto-consolarsi e problemi nelle relazioni interpersonali, per tutto il corso della vita. Senza una compassione interiore e un senso di valore personale, è diffi cile accettare la compassione e l’accettazione altrui. Per superare l’alienazione da sé, occorre che la terapia sviluppi nei clienti la capacità di osservare in modo mindful i segni dei Sé, e dell’esperienza, che essi hanno disconosciuto. Nel momento in cui i clienti scoprono i loro Sé più giovani trauma correlati e strutturalmente dissociati e li portano “a casa”, cominciano spontaneamente a provare una sensazione interiore di calore e sicurezza che cambia la loro esperienza interna. Nel nostro
workshop ci avvarremo di strategie che si ispirano a Teoria della dissociazione strutturale, Psicoterapia sensomotoria e Modello dei sistemi familiari interni ed esploreremo così il potere terapeutico che possiede il favorire nei clienti un attaccamento sicuro interno verso i propri Sé più profondamente disconosciuti.
Attaccamento Traumatico e co regolazione – La Neurobiologia Della Relazione la neurobiologia della relazione (Workshop novembre 2019)
In un contesto di paura, non solo il fallimento dell’attaccamento è inevita-bile, ma finisce anche per lasciare un’impronta durevole su tutte le genera-zioni future. Anziché vivere la vicinanza come un rifugio sicuro, i clienti trau-matizzati sono mossi da potenti desideri e paure nei confronti delle relazioni.
Durante questo workshop, Janina Fisher illustrerà l’impatto dell’attacca-mento traumatico sulla regolazione affettiva; inoltre, analizzerà gli effetti del trauma sull’attaccamento, spiegando come comprenderli da una prospetti-va psicobiologica e come lavorare con l’eredità somatica dell’attaccamento.
Grazie all’utilizzo di interventi tratti dall’applicazione delle neuroscienze e della ricerca sull’attaccamento, nonché di tecniche messe a punto dal-la Psicoterapia Sensomotoria – approccio centrato sul corpo, finalizzato al trattamento di traumi e disregolazione affettiva – questo workshop permet-terà ai partecipanti di comprendere, da una prospettiva neurobiologica, l’im-patto del trauma sui comportamenti di attaccamento. Inoltre, i partecipanti apprenderanno a utilizzare la “co-regolazione”, anziché ricorrere alla mera interpretazione, per aiutare i clienti a tollerare il distress emotivo e i malfun-zionamenti del sistema nervoso autonomo. La co-regolazione non è vincolata dalle parole: è uno scambio comunica-tivo che avviene a livello emotivo e somatico, in cui ogni minima variazione dello stato corporeo o affettivo di un soggetto contribuisce a calmare, con-solare, regolare o disregolare l’altro.
Quando il terapeuta utilizza la “co-rego-lazione” con il cliente, spesso quest’ultimo avverte, all’interno della relazione terapeutica, una sicurezza mai provata prima.
Trasformare la psicoterapia virtuale in un’esperienza relazionale (Serie di tre webinar autunno 2020)
In un clima di paura e isolamento che colpisce ognuno di noi, i terapeuti si trovano adesso a dover aiutare i propri clienti a far fronte alle sfide pratiche ed emotive causate dall’epidemia di COVID, il tutto da remoto. In un momento di grande difficoltà, la psicoterapia virtuale può risultare stressante sia per il terapeuta che per il cliente. Spesso, infatti, entrambi finiscono per sentirsi sopraffatti dalle complessità tecniche del lavoro online, sono disregolati a causa dello stress affrontato tra le mura domestiche e sentono il bisogno di intensificare – e non di attenuare – la relazione.
Senza quella connessione a cui clienti e terapeuti attribuiscono grande valore, considerata il cuore e l’anima della psicoterapia stessa, le sedute online possono sembrare distaccate e impersonali. Oltre a vivere una condizione di stress, molti dei nostri clienti hanno alle spalle storie di abuso, di fallimento dell’attaccamento, di trascuratezza e di fiducia tradita, il che li rende più sensibili alla distanza e all’abbandono. I terapeuti, dal canto loro, pur essendo intenzionati a offrire supporto ai propri clienti, possono sentirsi impotenti, inefficaci o addirittura sentirsi in colpa: nel momento stesso in cui i clienti avrebbero più bisogno di loro, sentono di “non esserci”.
Ma la psicoterapia virtuale non è necessariamente impersonale!
Questa serie di webinar si focalizzerà su come superare i limiti imposti dalla tecnologia della telemedicina, in modo da trasformare la psicoterapia da remoto in un’esperienza relazionale, che metta tutti a proprio agio. In particolare, attraverso questa serie di webinar, i partecipanti impareranno a:
Spesso, clienti e terapeuti ritengono che il contatto di persona sia una condizione imprescindibile per la creazione della relazione terapeutica e della connessione. Tuttavia, in un mondo in cui il coronavirus impone il rispetto del distanziamento sociale, questo punto di vista non è di grande aiuto.
L’incapacità di sentirsi emotivamente connessi all’interno di uno spazio virtuale non è causata dalla terapia online, ma ha origine dal fallimento della permanenza dell’oggetto all’interno delle relazioni di attaccamento precoci.
La permanenza dell’oggetto ci permette di interiorizzare le persone più vicine a noi e di avere la certezza che a quest’ultime importi di noi anche se siamo distanti da loro o quando vi è un cambiamento dello stato emotivo. Anziché focalizzarci sul senso di perdita e sulla delusione, possiamo servirci di questa situazione difficile per aiutare i nostri clienti a sviluppare un maggiore senso di permanenza dell’oggetto.
L’epidemia di coronavirus ha creato un ambiente traumatico in tutto il mondo. Anziché utilizzare la psicoterapia per aiutare le persone a superare esperienze pregresse di trauma, perdita e fallimenti dell’attaccamento, i terapeuti si trovano adesso a dove aiutare i clienti ad affrontare il costante senso di minaccia traumatica – nei confronti di sé stessi e delle loro famiglie – che caratterizza il presente. In questo momento, infatti, i nostri clienti si trovano ad affrontare ogni giorno una moltitudine di minacce, quasi come durante un periodo di guerra. In che modo possiamo, quindi, aiutarli a far fronte al pericolo e alla perdita adesso, momento per momento?
La psicoterapia virtuale implica, molto di più rispetto alla terapia di persona, una presenza più esplicita, una maggiore espressività, un maggior calore e una maggiore connessione da parte del terapeuta. I terapeuti, dal canto loro, sono abituati a comunicare la loro comprensione e la loro sintonizzazione attraverso il linguaggio non verbale; tuttavia, nell’ambito della terapia online, se il supporto del terapeuta è comunicato in modo molto sottile, spesso non viene percepito dal cliente. Il cliente finisce, invece, per sentirsi molto solo, persino durante la seduta terapeutica. Durante il webinar conclusivo della serie, esamineremo in che modo il terapeuta può utilizzare il livello di energia, la respirazione, la gestualità e il sistema di coinvolgimento sociale per creare una sensazione sentita (felt sense) di connessione, persino da remoto.
Guarire le ferite traumatiche: un modello di terapia breve per il trattamento del trauma (Webinar novembre 2021)
La ricerca in ambito neuroscientifico ha definitivamente stabilito che il trauma determina un “retaggio vivente” di persistenti effetti non verbali anziché portare alla creazione di una narrazione coerente. Molto tempo dopo la fine di un evento traumatico, le risposte di sopravvivenza finalizzate ad avvertire l’individuo della presenza di un pericolo imminente possono essere facilmente riattivate, evocando memorie emotive e corporee. I metodi di trattamento focalizzati sugli eventi traumatici possono prolungare il trattamento stesso andando a stimolare questi sintomi e portando quindi i terapeuti – soprattutto quelli che lavorano in setting di terapia a breve termine – a sentirsi frustrati e incapaci di aiutare i propri clienti traumatizzati, specialmente quelli con condotte suicidarie e autodistruttive. L’evoluzione di nuovi trattamenti dotati di un fondamento neurobiologico offre nuove, incoraggianti risposte rispetto a come guarire gli effetti del trauma. Inoltre, è importante sottolineare che questi nuovi approcci possono essere facilmente adattati a un modello di terapia a breve termine. Anziché “trattare” gli eventi che hanno determinato il “retaggio” traumatico, le neuroscienze ci insegnano come trattare i loro effetti. Il fondamento neurobiologico alla base di questa metodologia di trattamento del trauma consente di rassicurare, da un lato, i sopravvissuti, evitando di farli sentire inadeguati o pazzi, e dall’altro, i terapeuti, offrendo loro un modello per affrontare – in modo sicuro – gli effetti delle esperienze traumatiche, persino utilizzando un paradigma di terapia breve.
460 €
Tutti i video corsi di Janina Fisher per il Trattamento del Trauma
2 recensioni per Tutti i video corsi di Janina Fisher per il Trattamento del Trauma
LICIA BARROCU (proprietario verificato) –
Ottimo corso, davvero utile, formativo, applicabile nella clinica . Ottime basi teoriche, video per comprendere come applicare nella pratica quanto spiegato. ottimo davvero Docente eccezionale.
Giovanna Maria Nastasi (proprietario verificato) –
In questi videocorsi la Fisher fornisce tanti utilissimi strumenti da utilizzare subito con i pazienti. Tratta temi molto interessanti con il suo stile chiaro e coinvolgente. La qualità formativa è eccellente, mi sta appassionando davvero. Lo consiglio a tutti i colleghi!