“Lavorare con i pazienti più giovani e le loro famiglie: l’approccio della Psicoterapia Sensomotoria alla terapia con bambini, adolescenti e famiglie” (a cura di Bonnie Goldstein)
“Costruire la sicurezza interiore quando il senso di minaccia è onnipresente” (a cura di David Elliott)
“Dalla passione all’azione: Rispondere alla minaccia del Coronavirus e ad altre gravi minacce alla nostra sopravvivenza” (a cura di Ellert Nijenhuis)
“Guarire dal PTSD post–Coronavirus grazie alla Lifespan Integration® Therapy” (a cura di Peggy Pace e Annandi Janner Steffan)
“Sciogliere la solitudine ai Tempi del Coronavirus: Cosa può offrire la AEDP alla comunità mondiale” (a cura di Diana Fosha)
“Rendere la psicoterapia virtuale un’esperienza relazionale” (a cura di Janina Fisher)
“Creazione di significato su molteplici livelli, regolazione relazionale e stress” (a cura di Ed Tronick)
“Superare i momenti più difficili nel trattamento del trauma: Verso la reintegrazione del Sé” (a cura di Ruth Lanius)
“L’impatto del trauma in età giovanile sul riconoscimento e la regolazione delle emozioni: Il lavoro svolto in Sierra Leone” (a cura di Vittorio Gallese)
“Creare una storia di sicurezza: Una guida polivagale alla connessione” (a cura di Deb Dana)
“Lavorare con i pazienti più giovani e le loro famiglie: l’approccio della Psicoterapia Sensomotoria alla terapia con bambini, adolescenti e famiglie”
Il webinar, condotto dalla Dott.ssa Bonnie Goldstein, seguirà un approccio integrativo: saranno rivisitati, innanzitutto, concetti relativi allo sviluppo dell’identità, al senso del Sé, alla regolazione affettiva, alla comunicazione verbale e non verbale, nonché alla necessità di aiutare i clienti più giovani e le loro famiglie a creare e mantenere relazioni. Adottando una prospettiva incentrata sulla relazione mente-corpo- cervello e su principi riconducibili alla Psicoterapia Sensomotoria, alla Neurobiologia Interpersonale e alla Psicoterapia Psicodinamica, la Dott.ssa Goldstein presenterà, in seguito, un’ampia gamma di modalità di trattamento attraverso vignette cliniche e brevi esercizi esperienziali.
Saranno descritte, inoltre, strategie per affrontare l’attuale pandemia globale e riacquistare il proprio benessere, sia durante che dopo l’emergenza sanitaria, con particolare attenzione alla possibilità di offrire un trattamento terapeutico da remoto o in modalità a distanza. In particolare, la Dott.ssa Goldstein spiegherà il significato del concetto di “narrazione somatica” all’interno della terapia con bambini, adolescenti in transizione verso l’età adulta e famiglie, evidenziando sia le principali sfide terapeutiche che i momenti trasformativi. Il processo ininterrotto associato ai comportamenti di natura corporea, implicita e non verbale, nonché la complessa interconnessione tra esperienza psicologica, apprendimento procedurale ed elaborazione sensoriale saranno esaminati attraverso un’attenta analisi dei pattern di movimento, della gestualità, della postura, della prosodia e di altri segnali non verbali. I partecipanti apprenderanno, infine, nuove tecniche per aiutare i clienti a rafforzare la propria capacità di auto-regolazione, a incrementare le proprie abilità relazionali, la propria resilienza e a sviluppare nuove competenze, il tutto in un’atmosfera all’insegna della curiosità, del gioco e della scoperta.
“Costruire la sicurezza interiore quando il senso di minaccia è onnipresente”
Ci siamo evoluti, a livello individuale e collettivo, in un contesto caratterizzato dalla presenza di minacce al nostro benessere. I rischi associati alla fame, al freddo, alla mancanza di un riparo, ai danni fisici e alle malattie sono profondamente codificati all’interno di noi: il nostro sistema nervoso ha imparato ad aspettarsi l’emergere di queste (e altre) minacce, nonché a reagire di conseguenza. Il sistema di attaccamento è una delle nostre risposte automatiche al senso di minaccia e uno dei principali meccanismi di protezione dell’essere umano. L’attaccamento sicuro, in particolare, implica un senso di certezza interiore: sappiamo che, al manifestarsi di una minaccia, potremo contare su risorse interne ed esterne sufficienti per gestire e risolvere, in modo abbastanza efficace, i problemi associati alla nostra sicurezza. Da mesi ormai, la minaccia relativa al COVID-19 si è insinuata nelle vite di ognuno di noi. La pandemia ha inciso negativamente persino sui legami di attaccamento sicuro: la sicurezza dell’attaccamento, infatti, è stata rimessa in discussione dalla natura stessa di questa minaccia, nonché dalle misure di distanziamento sociale, sia volontarie che involontarie. In questo momento, per molti di noi, gli effetti benefici del coinvolgimento sociale – soprattutto quelli generati da momenti di contatto/conforto a livello fisico – risultano significativamente limitati o completamente assenti. Le sfide da affrontare sono, tuttavia, ancor più complesse per chi ha sviluppato uno stile di attaccamento insicuro o è sopravvissuto a un trauma. Fortunatamente, disponiamo di risorse interiori che possono rivelarsi particolarmente utili per rafforzare il nostro senso di sicurezza.
Tali risorse possono aiutare soprattutto chi presenta uno stile di attaccamento insicuro e, adesso, si trova anche a dover affrontare questo periodo così minaccioso.
Durante il webinar sarà descritta e analizzata la nostra capacità di utilizzare l’immaginazione per creare esperienze potenti e profonde di connessione e sicurezza, con particolare attenzione agli aspetti fisici, emotivi, cognitivi e spirituali relativi a tali esperienze. I partecipanti impareranno a utilizzare una serie di pratiche che potranno essere loro di grande aiuto, sia a livello professionale che personale.
La pandemia ha colpito le vite di ognuno di noi e, come professionisti della salute mentale, ci siamo ritrovati nella stessa condizione dei nostri pazienti/clienti. Siamo tutti sulla stessa barca: più siamo bravi a remare e più saremo in grado di aiutare gli altri. Questo webinar offrirà una serie di suggerimenti specifici per far fronte alle circostanze attuali e consentirà ai partecipanti di approfondire le proprie conoscenze relative alle dinamiche dell’attaccamento e a come guarirle.
“Dalla passione all’azione: Rispondere alla minaccia del Coronavirus e ad altre gravi minacce alla nostra sopravvivenza”
Come ogni altra forma di vita, l’essere umano tenta di preservare la propria esistenza. A differenza di molte altre forme di vita, tuttavia, l’uomo ha molteplici bisogni (inconsci) e desideri (consci). Facciamo di tutto, ad esempio, per riuscire a mangiare, bere, rilassarci, dormire, esplorare, creare legami di attaccamento, amare, fare l’amore, comprendere. Se minacciati, ci spaventiamo, fuggiamo, ci congeliamo, attacchiamo, ci “fingiamo morti”. Se ci sentiamo fragili, bramiamo il potere. Integrare tutti questi desideri è un’azione estremamente complessa.
Ricorriamo all’azione (cioè siamo attivi) quel tanto che basta per ottenere ciò che può servirci, oppure per evitare o sbarazzarci di ciò che può danneggiarci. Quando, invece, delle forze esterne agiscono su di noi più di quanto possiamo agire su di loro, subiamo una passione. In simili circostanze, siamo passivi, cioè sottoposti all’influenza di cause esterne attive. Quando agiamo, acquisiamo potere d’azione e proviamo un senso di gioia. Quando falliamo, perdiamo questa abilità e proviamo un senso di tristezza.
Benché una grave minaccia alla nostra esistenza e al nostro benessere richieda un’azione da parte nostra, potremmo trovarci, invece, a subire una passione.
L’ignoranza implica il fatto di ignorare i pericoli e le loro conseguenze. Questa prima forma di passione include comportamenti come l’ingenuità, la sottovalutazione del pericolo o la minimizzazione del rischio, la tendenza a guardare dall’altra parte.
La seconda forma di passione, la fragilità, si riferisce all’essere e al sentirsi confusi, sopraffatti, impotenti, feriti. Si manifesta, tra le altre cose, sotto forma di paura, panico, preoccupazione eccessiva, tentativi di difesa inefficaci o inefficienti.
Una terza forma di passione riguarda il controllo emotivo, le manifestazioni di potere, come ad esempio accusare qualcuno (altre persone, altre nazioni) o qualcosa (come le antenne del 5G); utilizzare affermazioni associate all’autorità (“manteniamo la calma, abbiamo il controllo”); favorire i propri interessi personali o nazionali a discapito di interessi di ordine generale; inventare una teoria complottista; sfruttare illecitamente un’occasione per guadagnare potere politico o entrare in guerra.
Il trauma rappresenta una profonda perdita del potere di azione e si manifesta solitamente sotto forma di “trinità”: ignoranza, fragilità e controllo emotivo (dentro e tra gli individui, le istituzioni, le nazioni).
La guarigione implica una progressione dalla passione all’azione e, in particolare, una maggiore capacità di agire seguendo la ragione. Agire razionalmente implica un desiderio di ordine superiore, nonché uno sforzo creativo per integrare molteplici bisogni e desideri. Dinnanzi a minacce globali, come i coronavirus, l’inquinamento, il cambiamento climatico e l’avidità sconfinata, è necessario rendersi conto che, alla fine, promuovere empatia, compassione, solidarietà e collaborazione – a livello interpersonale e internazionale – è nell’interesse di tutti. Mettere in atto azioni guidate dalla ragione è tanto difficile quanto urgente. Per far fronte a una sfida particolarmente complessa, è necessario un processo di apprendimento che ha inizio durante l’infanzia. Diversamente dalle competenze accademiche, che possiamo acquisire, in misura significativa, con il supporto di appositi dispositivi tecnici, agire seguendo la ragione richiede un apprendimento di tipo sociale. Questa consapevolezza dovrebbe spingerci a ideare e diffondere un sistema educativo più appropriato.
Durante il webinar, Ellert Nijenhuis analizzerà il modo in cui gli individui, le istituzioni e le nazioni tendono a reagire quando si trovano ad affrontare una grave minaccia. Questo genere di minacce richiedono un’azione efficiente; tuttavia, potrebbero dar luogo a risposte inadeguate (le passioni), che implicano pattern relativi all’ignoranza, alla fragilità e al controllo (emotivo). Più il potere causale della minaccia surclassa il potere di azione di coloro che vedono minacciata la propria esistenza mentale e fisica, più questa “trinità del trauma” diventa dominante.
Acquisire maggiore potere di azione ai tempi della pandemia da coronavirus e, più in generale, dinnanzi a qualsiasi altra grave minaccia, richiede la capacità di agire seguendo la ragione. Durante il webinar, questo concetto verrà esaminato in maggiore dettaglio.
“Guarire dal PTSD post–Coronavirus grazie alla Lifespan Integration® Therapy”
Il webinar avrà inizio con un breve intervento di Peggy Pace, ideatrice della Lifespan Integration® Therapy (LI), che offrirà una panoramica introduttiva su questo approccio terapeutico, seguita dall’intervento della Dott.ssa Janner Steffan, Trainer di LI.
In questo momento cruciale, dobbiamo perfezionare le nostre abilità per far fronte all’inevitabile impennata di disturbi psicobiologici che seguirà la pandemia da coronavirus. Come in ogni altra crisi, la consapevolezza e le risorse dei professionisti della salute mentale svolgono un ruolo essenziale per intraprendere un percorso di ripresa e “invertire la rotta”, passando da un caotico effetto domino a un processo di integrazione e di guarigione. I disturbi da stress post-traumatico, nonché i diversi disturbi acuiti dallo stress (per esempio burn-out, depressione, dipendenze, disturbi d’ansia e DOC), saranno quelli che aumenteranno maggiormente e in modo più significativo.
Il webinar si focalizzerà principalmente sul trattamento dei disturbi da stress post-traumatico indotti dal COVID-19 e, più specificamente, sull’utilizzo del metodo Lifespan Integration® (LI) a tal riguardo. Per prima cosa, dopo un riepilogo delle caratteristiche principali del PTSD, saranno analizzati i fattori che contribuiscono alla sua genesi, i quali – nel caso della pandemia da coronavirus e delle misure adottate per contenerla – sono stati molteplici, imprevedibili e in grado di mettere a repentaglio la vita delle persone. A questo proposito, per comprendere il diverso impatto che la pandemia ha avuto sugli individui, è necessario prendere in considerazione sintomi pre-esistenti, mancanze in termini di attaccamento e traumi pre-verbali, nonché il contesto psicosociale post- coronavirus. Il PTSD ha origine da una dissociazione tra corpo e mente: la mente è del tutto consapevole che l’evento traumatico non è più in corso, ma il corpo e le emozioni restano confinati in modalità lock-down, rivivendo episodi frammentati di ciò che è accaduto, in una condizione di isolamento interiore e in una dimensione temporale sospesa.
La neurobiologia ha dimostrato che i ricordi traumatici rimangono intrappolati nell’area subcorticale del cervello, in quanto la loro carica emotiva e la loro frammentazione inibiscono il processo di integrazione all’interno della memoria autobiografica. Di conseguenza, l’ippocampo si disattiva e la marca temporale degli eventi non può avvenire.
La Lifespan Integration® Therapyripristina l’esperienza incarnata (embodied experience) del flusso temporale integrando i ricordi frammentati dal passato al presente, attraverso una serie di ripetizioni della cronologia degli eventi vissuti dalla persona (timeline). Questo processo di rilascio graduale è in grado di trasformare uno stato di sopraffazione determinato dallo stress in un acquietamento a livello subcorticale, accompagnato da una consapevolezza corporea relativa al fatto che l’evento traumatico “è finito, non è più in corso.” Avendo recuperato le proprie risorse intrinseche, la persona riesce così ad adattarsi alle conseguenze della crisi relativa al COVID-19: piangere la perdita dei propri cari e costruire nuovi progetti, adattandoli alla situazione alterata in cui ci troviamo tutti, diventa nuovamente possibile.
Utilizzando la LI, osserviamo un’attenuazione dei sintomi traumatici in poche sedute; talvolta, se è presente un singolo evento traumatico, un’unica seduta può ridurre i sintomi del cliente. Il coma indotto farmacologicamente e gli effetti dell’utilizzo del respiratore sulla funzionalità respiratoria divengono così esperienze accessibili e integrabili; il criterio principale è il seguente: l’evento fa parte del passato, anche se la persona non era cosciente o risulta colpita da amnesia. Durante il webinar, sarà spiegato l’utilizzo del protocollo LI per il PTSD, con particolare enfasi su come aiutare i clienti a restare centrati nel proprio corpo, utilizzando sensazioni corporee sane, non trauma- correlate, e mantenendoli in contatto con il momento presente. Per i professionisti della salute mentale, la Lifespan Integration®Therapy offre una serie di vantaggi: il trattamento del PTSD è chiaro e diretto, basato unicamente sui ricordi del cliente e sull’abilità del terapeuta di regolarne lo stato di attivazione all’interno della finestra di tolleranza. Inoltre, la LI presuppone soltanto una minima esposizione al trauma. Quanto all’esperienza relativa alla pandemia da coronavirus, diversi aspetti traumatici possono essere risolti utilizzando questa stessa procedura, che può essere ulteriormente adattata per lavorare sia con le coppie che con le famiglie. Infine, avvalendosi del supporto di colleghi fidati, la LI può essere utilizzata dai terapeuti persino per integrare la propria esperienza di stress causato dalla diffusione del COVID-19.
“Sciogliere la solitudine ai tempi del Coronavirus: Cosa può offrire la AEDP alla comunità mondiale”
Sciogliere la solitudine ai tempi del coronavirus: cosa può offrire la AEDP alla comunità mondiale La Terapia Dinamico-Esperienziale Accelerata (AEDP) ha sempre considerato la solitudine – e, più specificamente, il senso di solitudine indesiderato e involontario di fronte a circostanze emotive travolgenti – un elemento chiave per comprendere lo sviluppo della psicopatologia. Lo scioglimento della solitudine è, infatti, sia il fondamento che la conditio sine qua non della metodologia incentrata sulla neuroplasticità utilizzata dalla AEDP per il trattamento del trauma e del trauma da attaccamento.
Paradossalmente, la pandemia da COVID-19 ha reso la solitudine e l’isolamento sociale – esperienze dolorose e traumatiche per la psiche umana quando indesiderate – gli elementi cardinali per mantenere la sicurezza nella lotta contro il virus. La teoria dell’attaccamento ci dice che abbiamo una tendenza innata a ricercare la vicinanza e la connessione per sentirci al sicuro e neutralizzare la paura. La pandemia da coronavirus, invece, ha paradossalmente trasformato ciò che, come esseri umani, ci fa sentire meno al sicuro (cioè una solitudine involontaria e indesiderata dinnanzi a un pericolo) nella condizione necessaria per garantire la nostra sicurezza.
È a questa situazione paradossale, praticamente fatta apposta per generare un attaccamento disorganizzato (cioè il bisogno di ricercare la sicurezza in ciò che più ci fa paura) che viene applicata la AEDP. Questo approccio terapeutico sembra, a sua volta, praticamente fatto apposta per risolvere questo paradosso attraverso un lavoro esperienziale, che consenta di andare oltre il cyber-vuoto e l’isolamento sociale, creando nuovi collegamenti neurali associati all’esperienza della connessione, di cui il nostro sistema nervoso ha disperatamente bisogno. Inoltre, affrontare la crisi nel qui-e-ora provocata dalla pandemia fa emergere l’opportunità di elaborare i traumi del passato, in un modo che non sia soltanto di supporto ma anche potenzialmente trasformativo.
Il webinar verterà sullo scioglimento della solitudine, intervento di cui verrà descritto il potere, nonché sull’elaborazione esplicita ed esperienziale delle esperienze relazionali più profonde, sia di natura traumatica che riparativa. La AEDP ha messo a punto una serie di potenti tecniche di elaborazione relazionale che consentono di lavorare, in modo esperienziale, sulle esperienze relazionali più profonde; inoltre, ha sviluppato potenti tecniche di elaborazione meta-terapeutica che consentono di lavorare, sempre in modo esperienziale, sulle esperienze relazionali emergenti, trasformative e correttive. Diana Fosha approfondirà il ruolo vitale delle emozioni positive e relazionali all’interno del processo di cambiamento, emozioni che rappresentano un aspetto essenziale del lavoro terapeutico sulle esperienze emotive dolorose e travolgenti associate sia al trauma storico che al trauma da attaccamento, nonché all’attuale pandemia globale.
Saranno presentati interventi specifici e approcci utili che gli psicoterapeuti potranno utilizzare all’interno della propria pratica clinica per affrontare nuove sfide e rispondere a nuove esigenze durante la pandemia, adottando così la prospettiva della AEDP. Di seguito, alcuni esempi di approcci specifici che saranno descritti durante il webinar:
Infine, saranno forniti consigli utili per aiutare i terapeuti a salvaguardare la propria salute e prendersi cura di sé, tra cui:
Per concludere, il webinar esplorerà le questioni più profonde, derivanti dai traumi al centro della sofferenza dell’individuo, che stanno affiorando durante l’attuale pandemia. In particolare, Diana Fosha spiegherà come lavorare su tali questioni utilizzando un approccio guidato dalla trasformance, in modo da offrire vitalità ed energia sia al cliente che al terapeuta, nonché al processo terapeutico stesso, rafforzando l’idea secondo cui “ci siamo tutti dentro, insieme”.
“Rendere la psicoterapia virtuale un’esperienza relazionale”
Spesso, clienti e terapeuti ritengono che il contatto di persona sia una condizione imprescindibile per la creazione della relazione terapeutica e della connessione. Tuttavia, in un mondo in cui il coronavirus impone il rispetto del distanziamento sociale, questo punto di vista non è di grande aiuto. L’incapacità di sentirsi emotivamente connessi all’interno di uno spazio virtuale non è causata dalla terapia online, ma ha origine dal fallimento della permanenza dell’oggetto all’interno delle relazioni di attaccamento precoci. La permanenza dell’oggetto ci permette di interiorizzare le persone più vicine a noi e di avere la certezza che a quest’ultime importi di noi anche se siamo distanti da loro o quando vi è un cambiamento dello stato emotivo. Anziché focalizzarci sul senso di perdita e sulla delusione, possiamo servirci di questa situazione difficile per aiutare i nostri clienti a sviluppare un maggiore senso di permanenza dell’oggetto.
“Creazione di significato su molteplici livelli, regolazione relazionale e stress”
L’importanza fondamentale della creazione di significato per gli esseri umani – sia rispetto a sé stessi in relazione al mondo umano e a quello inanimato, che rispetto alla relazione con il proprio Sé – è esemplificata con chiarezza dal paradigma del volto immobile o Still-Face. Le scoperte relative al paradigma Still-Face hanno dimostrato che la creazione di significato è un processo dinamico, che coinvolge molteplici strutture cerebrali, nonché diversi sistemi psicobiologici e neurosomatici. Se, da un lato, i significati possono – e, di fatto, sono – creati a livello endogeno, dall’altro lato è opportuno sottolineare che, solitamente, i significati vengono co-creati insieme a un altro soggetto all’interno di uno scambio attivo di informazioni. Tale scambio è caotico: è caratterizzato, infatti, dalla presenza di abbinamenti di significati talvolta male assortiti, nonché dalle relative riparazioni.
Una creazione di significato eseguita con successo determina un’espansione della coscienza e genera legami di attaccamento e relazioni, nonché resilienza e fiducia. Al contrario, un fallimento relativo alla creazione di significato riduce e comprime la coscienza, generando sfiducia e fragilità. Per chiarire ulteriormente tale concettualizzazione, durante il webinar sarà illustrata l’attività di ricerca condotta da Ed Tronick sugli esseri umani in molteplici ambiti, tra cui la genetica, la fisiologia, le emozioni, l’epigenetica, la relazione caretaker-bambino e le interazioni in età adulta. A questo proposito, saranno presentati esempi tratti dal suo nuovo libro (“The Power of Discord: Why the everyday ups and downs of relationships are the secret to building intimacy, resilience and trust“). Durante il webinar saranno mostrati, inoltre, filmati relativi al paradigma Still-Face negli infanti, nei bambini e negli adulti, in modo da approfondire ulteriormente gli argomenti trattati.
“Superare i momenti più difficili nel trattamento del trauma: Verso la reintegrazione del Sé”
Durante il webinar saranno analizzate – da un punto di vista clinico e neurobiologico – le principali sfide che i terapeuti si trovano spesso ad affrontare nell’ambito del trattamento del trauma. Attraverso numerosi esempi di casi clinici, saranno descritte diverse strategie pratiche per gestire queste difficoltà. Inoltre, saranno presentati e dimostrati, ancora una volta attraverso esempi clinici, specifici interventi terapeutici integrativi finalizzati a reintegrare il Sé attraverso la risoluzione dei sintomi più importanti, come il rivivere flashback, l’udire voci dissociate, l’automutilazione e l’incapacità di tollerare le emozioni positive. La capacità di intervenire più efficacemente su questi sintomi così difficilmente gestibili aiuterà i terapeuti a sentirsi più competenti e a ridurre il rischio di burnout.
“L’impatto del trauma in età giovanile sul riconoscimento e la regolazione delle emozioni: Il lavoro svolto in Sierra Leone”
In questo webinar completo, esplorerete la ricerca di Vittorio Gallese incentrata sul rapporto tra trauma, regolazione emotiva e riconoscimento emotivo. Egli illustra le sue scoperte in Sierra Leone su traumi e negligenza in condizioni ambientali avverse durante l’infanzia e l’adolescenza. Utilizzando un’integrazione di approcci psicologici e antropologici con la neurofisiologia, Vittorio esplora come lavorare con adolescenti che hanno subito traumi terribili come torture, abusi e l’uccisione dei genitori. Vi illustrerà come la passione per il gioco si trasformi in un meccanismo di violenza e come questo possa essere risolto, come esempio delle implicazioni più ampie dell’utilizzo di un approccio integrato.
“Creare una storia di sicurezza: Una guida polivagale alla connessione”
Il sistema nervoso autonomo svolge un ruolo di cruciale importanza nella nostra vita quotidiana, incidendo in modo potente sulle nostre esperienze relative alla sicurezza e influenzando la nostra capacità di connessione.
La Teoria Polivagale descrive i diversi circuiti autonomici all’origine di determinati comportamenti e credenze, consentendoci di comprendere, inoltre, i percorsi corpo-cervello che determinano la nascita della nostra personale storia di sicurezza e di sopravvivenza.
Oggi sappiamo che il trauma blocca lo sviluppo della regolazione autonomica e incide profondamente sul sistema nervoso, inibendone la capacità di connessione e determinando lo sviluppo di pattern di protezione. Per molti clienti, gli stati di attacco/fuga e collasso sono frequenti, intensi e prolungati, mentre lo stato relativo alla sicurezza e alla connessione risulta elusivo. Utilizzando una mappa aggiornata del sistema nervoso autonomo possiamo, quindi, giungere a una nuova comprensione dei pattern post-traumatici che caratterizzano l’iperattivazione, l’ipervigilanza, la disconnessione e l’insensibilità, nonché aiutare efficacemente i nostri clienti ad abbandonare le loro risposte adattive finalizzate alla sopravvivenza, accedendo a quello stato di sicurezza – regolato dal sistema nervoso autonomo – necessario per il successo del trattamento terapeutico.
Un approccio alla terapia guidato dalla Teoria Polivagale offre al terapeuta una serie di strategie volte a identificare e interrompere i pattern protettivi a cui ricorre abitualmente il cliente, facilitando lo sviluppo di abilità che gli consentano di vivere – e di “assaporare” pienamente – le esperienze relative alla sicurezza. Se parliamo la lingua del sistema nervoso, possiamo aiutare i nostri clienti a sintonizzarsi, in modo sicuro, sui propri stati autonomici, a rimodellare il proprio sistema nervoso, nonché a riscrivere la storia traumatica che ognuno di loro porta con sé, all’interno dei loro percorsi autonomici.
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