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Corsi On Demand

Serie completa di Webinar sul Trattatamento del Trauma | 10 Webinar

a cura di Bonnie Goldstein, David S. Elliott, Ellert R.S. Nijenhuis, Anandi Janner Steffan, Diana Fosha, Janina Fisher, Ed Tronick, Ruth Lanius, Vittorio Gallese, Deb Dana
Questa raccolta di webinar, realizzati da alcuni dei maggiori Esperti nell’ambito del trattamento del trauma, offre una panoramica completa sugli approcci terapeutici più efficaci da utilizzare con i pazienti traumatizzati o che soffrono di PTSD. In particolare, le tematiche affrontate dalle registrazioni di questi webinar spaziano dalle dinamiche relative all’attaccamento all’AEDP, dal ripristino del potere di azione dei pazienti alle applicazioni cliniche della Teoria Polivagale, dal metodo Lifespan Integration Therapy (LI) allo scioglimento della solitudine, e tanto altro ancora. Questa raccolta di webinar consentirà, inoltre, di acquisire nuove strategie pratiche da utilizzare in molteplici contesti: dagli interventi finalizzati a favorire le esperienze trasformative dei pazienti alle tecniche per ridurre il rischio di burnout nei terapeuti stessi.
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Scopri gli obiettivi formativi di questo corso on-demand:

“Lavorare con i pazienti più giovani e le loro famiglie: l’approccio della Psicoterapia Sensomotoria alla terapia con bambini, adolescenti e famiglie” (a cura di Bonnie Goldstein)

  • Identificare gli effetti del trauma e delle dinamiche di attaccamento nei pazienti più giovani, con particolare attenzione all’impatto su tutti i membri della famiglia.
  • Utilizzare la psicoeducazione con i caregiver, spiegando in che modo il trauma incide sul corpo e sul sistema nervoso del bambino.
  • Applicare un approccio guidato dalla Psicoterapia Sensomotoria al lavoro con bambini e adolescenti, sfruttando la saggezza del corpo per scavare più in profondità, andando oltre le parole, in modo da accedere alla narrazione somatica.
  • Identificare i segnali non verbali della narrazione somatica nei pazienti più giovani, analizzandone i pattern di movimento, la gestualità, la postura, la prosodia e altri aspetti non verbali.
  • Applicare una serie di tecniche appartenenti alla Psicoterapia Sensomotoria al lavoro con i pazienti più giovani, in modo da rafforzarne la capacità di auto-regolazione, le abilità relazionali, la resilienza e favorendo l’acquisizione di nuove competenze.
  • Utilizzare una serie di strumenti terapeutici per incrementare la consapevolezza mindful di bambini e adolescenti.

 

“Costruire la sicurezza interiore quando il senso di minaccia è onnipresente” (a cura di David Elliott)

  • Imparare e comprendere il sistema comportamentale dell’attaccamento e la sua applicazione al trattamento del trauma.
  • Imparare a guidare il paziente da un attaccamento insicuro a uno sicuro.
  • Diventare una buona figura di attaccamento e riconoscere l’importanza di svolgere questo ruolo come terapeuta.
  • Analizzare e comprendere l’approccio terapeutico dei tre pilastri e il metodo della figura genitoriale ideale.

 

“Dalla passione all’azione: Rispondere alla minaccia del Coronavirus e ad altre gravi minacce alla nostra sopravvivenza” (a cura di Ellert Nijenhuis)

  • Comprendere le basi evolutive “dell’agire” e del “potere di azione”.
  • Imparare e identificare i fattori esterni che influenzano il “potere di azione“.
  • Comprendere le passioni e il modo in cui sostituiscono le azioni.
  • Comprendere l’impatto delle passioni sul trauma.
  • Identificare i tre ruoli della “trinità del trauma“.
  • Apprendere i principi chiave di un approccio enattivo al trattamento del trauma per aiutare il paziente ad agire in funzione della ragione anziché della passione.

 

Guarire dal PTSD postCoronavirus grazie alla Lifespan Integration® Therapy” (a cura di Peggy Pace e Annandi Janner Steffan)

  • Analizzare i meccanismi della regolazione e le sue disfunzioni nel PTSD e nei disturbi legati allo stress.
  • Imparare le basi di un approccio polivagale al trattamento del PTSD.
  • Comprendere i fondamenti della Lifespan Integration (LI) per poterla applicare al trattamento del PTSD nella pratica clinica.

 

Sciogliere la solitudine ai Tempi del Coronavirus: Cosa può offrire la AEDP alla comunità mondiale” (a cura di Diana Fosha)

  • Comprendere il ruolo dell’isolamento nell’attaccamento disorganizzato.
  • Imparare a utilizzare l’elaborazione esperienziale, l’elaborazione relazionale e l’elaborazione meta-terapeutica all’interno del contesto clinico.
  • Comprendere l’importanza del coinvolgimento diadico e utilizzare questo strumento con i pazienti.
  • Come terapeuti, apprendere come salvaguardare la propria salute e prendersi cura di sé:
    • sintonizzandosi sui propri bisogni;
    • prevedendo e individuando la disregolazione;
    • focalizzandosi sugli aspetti positivi;
    • creando nuovi significati;
    • identificando e reagendo al burnout.

 

Rendere la psicoterapia virtuale un’esperienza relazionale” (a cura di Janina Fisher)

  • Imparare ad attenuare l’impersonalità della psicoterapia virtuale.
  • Superare le sfide del lavoro a distanza.
  • Comprendere il senso di abbandono sperimentato dai pazienti nel lavoro online.
  • Identificare e lavorare con la costanza dell’oggetto per superare l’incapacità dei pazienti di sentirsi emotivamente connessi all’interno di uno spazio virtuale.
  • Rendere la terapia online un’esperienza più personale, in grado di creare connessione.
  • Offrire risorse per aiutare i pazienti a tollerare l’isolamento e la solitudine.
  • Illustrare 3 possibili soluzioni per ridurre la tecnofobia.

 

“Creazione di significato su molteplici livelli, regolazione relazionale e stress” (a cura di Ed Tronick)

  • Comprendere come avviene la creazione di significato all’interno di molteplici sistemi psicobiologici o neurosomatici che operano al di fuori della consapevolezza.
  • Argomentare che una terapia realmente efficace implica la necessità di lavorare con molteplici sistemi anziché con un’unica modalità; impareranno, inoltre, che anche una modalità “manualizzata” potrebbe presentare un meccanismo di azione sconosciuto.
  • Che il processo caotico – basato sull’alternanza tra abbinamenti ben assortiti, mal assortiti e riparazione – relativo alle interazioni (compresa quella terapeutica), è il meccanismo all’origine del cambiamento e della crescita.
  • Valutare una possibile concezione del “trauma” come conseguenza di un fallimento cronico, ininterrotto, della riparazione, anziché come risultato di eventi traumatici.
  • Che un lavoro terapeutico di successo implica necessariamente fallimenti e opportunità di riparazione, affinché l’individuo cambi il significato che attribuisce a sé stesso rispetto al mondo animato e inanimato.

 

“Superare i momenti più difficili nel trattamento del trauma: Verso la reintegrazione del Sé” (a cura di Ruth Lanius)

  • Descrivere casi clinici che fungano da esempio e aiutino i terapeuti a gestire – adottando un approccio integrativo – comportamenti sintomatici come il rivivere flashback, l’udire voci dissociate, l’automutilazione e l’incapacità di tollerare le emozioni positive.
  • Esaminare in che modo queste tecniche terapeutiche possono ridurre il rischio di burnout nel terapeuta.

 

“L’impatto del trauma in età giovanile sul riconoscimento e la regolazione delle emozioni: Il lavoro svolto in Sierra Leone” (a cura di Vittorio Gallese)

  • Comprendere la relazione tra il trauma, la regolazione emotiva e il riconoscimento delle emozioni.
  • Apprendere il modello relativo all’immaginazione messo a punto da Gallese: “simulazione incarnata“.

 

Creare una storia di sicurezza: Una guida polivagale alla connessione” (a cura di Deb Dana)

  • Comprendere i fondamenti della Teoria Polivagale, la gerarchia delle risposte e il concetto della finestra di tolleranza attraverso una lente neurobiologica.
  • Applicare i tre principi organizzativi della Teoria Polivagale al proprio lavoro clinico.
  • Utilizzare la “mappatura” autonomica durante le sedute terapeutiche
  • Utilizzare il Sistema di Coinvolgimento Sociale come fonte di co- regolazione durante le sedute terapeutiche.
A chi è rivolto questo Corso On-Demand?
Questo Corso On-Demand è rivolto a tutti gli psicologi e psicoterapeuti.
In questo Corso On-Demand gli speakers parlano di …
Presentazione di Bonnie Goldstein

“Lavorare con i pazienti più giovani e le loro famiglie: l’approccio della Psicoterapia Sensomotoria alla terapia con bambini, adolescenti e famiglie”

Il webinar, condotto dalla Dott.ssa Bonnie Goldstein, seguirà un approccio integrativo: saranno rivisitati, innanzitutto, concetti relativi allo sviluppo dell’identità, al senso del Sé, alla regolazione affettiva, alla comunicazione verbale e non verbale, nonché alla necessità di aiutare i clienti più giovani e le loro famiglie a creare e mantenere relazioni. Adottando una prospettiva incentrata sulla relazione mente-corpo- cervello e su principi riconducibili alla Psicoterapia Sensomotoria, alla Neurobiologia Interpersonale e alla Psicoterapia Psicodinamica, la Dott.ssa Goldstein presenterà, in seguito, un’ampia gamma di modalità di trattamento attraverso vignette cliniche e brevi esercizi esperienziali.

Saranno descritte, inoltre, strategie per affrontare l’attuale pandemia globale e riacquistare il proprio benessere, sia durante che dopo l’emergenza sanitaria, con particolare attenzione alla possibilità di offrire un trattamento terapeutico da remoto o in modalità a distanza. In particolare, la Dott.ssa Goldstein spiegherà il significato del concetto di “narrazione somatica” all’interno della terapia con bambini, adolescenti in transizione verso l’età adulta e famiglie, evidenziando sia le principali sfide terapeutiche che i momenti trasformativi. Il processo ininterrotto associato ai comportamenti di natura corporea, implicita e non verbale, nonché la complessa interconnessione tra esperienza psicologica, apprendimento procedurale ed elaborazione sensoriale saranno esaminati attraverso un’attenta analisi dei pattern di movimento, della gestualità, della postura, della prosodia e di altri segnali non verbali. I partecipanti apprenderanno, infine, nuove tecniche per aiutare i clienti a rafforzare la propria capacità di auto-regolazione, a incrementare le proprie abilità relazionali, la propria resilienza e a sviluppare nuove competenze, il tutto in un’atmosfera all’insegna della curiosità, del gioco e della scoperta.

Presentazione di David S. Elliott

“Costruire la sicurezza interiore quando il senso di minaccia è onnipresente”

Ci siamo evoluti, a livello individuale e collettivo, in un contesto caratterizzato dalla presenza di minacce al nostro benessere. I rischi associati alla fame, al freddo, alla mancanza di un riparo, ai danni fisici e alle malattie sono profondamente codificati all’interno di noi: il nostro sistema nervoso ha imparato ad aspettarsi l’emergere di queste (e altre) minacce, nonché a reagire di conseguenza. Il sistema di attaccamento è una delle nostre risposte automatiche al senso di minaccia e uno dei principali meccanismi di protezione dell’essere umano. L’attaccamento sicuro, in particolare, implica un senso di certezza interiore: sappiamo che, al manifestarsi di una minaccia, potremo contare su risorse interne ed esterne sufficienti per gestire e risolvere, in modo abbastanza efficace, i problemi associati alla nostra sicurezza. Da mesi ormai, la minaccia relativa al COVID-19 si è insinuata nelle vite di ognuno di noi. La pandemia ha inciso negativamente persino sui legami di attaccamento sicuro: la sicurezza dell’attaccamento, infatti, è stata rimessa in discussione dalla natura stessa di questa minaccia, nonché dalle misure di distanziamento sociale, sia volontarie che involontarie. In questo momento, per molti di noi, gli effetti benefici del coinvolgimento sociale – soprattutto quelli generati da momenti di contatto/conforto a livello fisico – risultano significativamente limitati o completamente assenti. Le sfide da affrontare sono, tuttavia, ancor più complesse per chi ha sviluppato uno stile di attaccamento insicuro o è sopravvissuto a un trauma. Fortunatamente, disponiamo di risorse interiori che possono rivelarsi particolarmente utili per rafforzare il nostro senso di sicurezza.

Tali risorse possono aiutare soprattutto chi presenta uno stile di attaccamento insicuro e, adesso, si trova anche a dover affrontare questo periodo così minaccioso.

Durante il webinar sarà descritta e analizzata la nostra capacità di utilizzare l’immaginazione per creare esperienze potenti e profonde di connessione e sicurezza, con particolare attenzione agli aspetti fisici, emotivi, cognitivi e spirituali relativi a tali esperienze. I partecipanti impareranno a utilizzare una serie di pratiche che potranno essere loro di grande aiuto, sia a livello professionale che personale.

La pandemia ha colpito le vite di ognuno di noi e, come professionisti della salute mentale, ci siamo ritrovati nella stessa condizione dei nostri pazienti/clienti. Siamo tutti sulla stessa barca: più siamo bravi a remare e più saremo in grado di aiutare gli altri. Questo webinar offrirà una serie di suggerimenti specifici per far fronte alle circostanze attuali e consentirà ai partecipanti di approfondire le proprie conoscenze relative alle dinamiche dell’attaccamento e a come guarirle.

Presentazione di Ellert R.S. Nijenhuis

“Dalla passione all’azione: Rispondere alla minaccia del Coronavirus e ad altre gravi minacce alla nostra sopravvivenza”

Come ogni altra forma di vita, l’essere umano tenta di preservare la propria esistenza. A differenza di molte altre forme di vita, tuttavia, l’uomo ha molteplici bisogni (inconsci) e desideri (consci). Facciamo di tutto, ad esempio, per riuscire a mangiare, bere, rilassarci, dormire, esplorare, creare legami di attaccamento, amare, fare l’amore, comprendere. Se minacciati, ci spaventiamo, fuggiamo, ci congeliamo, attacchiamo, ci “fingiamo morti”. Se ci sentiamo fragili, bramiamo il potere. Integrare tutti questi desideri è un’azione estremamente complessa.

Ricorriamo all’azione (cioè siamo attivi) quel tanto che basta per ottenere ciò che può servirci, oppure per evitare o sbarazzarci di ciò che può danneggiarci. Quando, invece, delle forze esterne agiscono su di noi più di quanto possiamo agire su di loro, subiamo una passione. In simili circostanze, siamo passivi, cioè sottoposti all’influenza di cause esterne attive. Quando agiamo, acquisiamo potere d’azione e proviamo un senso di gioia. Quando falliamo, perdiamo questa abilità e proviamo un senso di tristezza.

Benché una grave minaccia alla nostra esistenza e al nostro benessere richieda un’azione da parte nostra, potremmo trovarci, invece, a subire una passione.

L’ignoranza implica il fatto di ignorare i pericoli e le loro conseguenze. Questa prima forma di passione include comportamenti come l’ingenuità, la sottovalutazione del pericolo o la minimizzazione del rischio, la tendenza a guardare dall’altra parte.

La seconda forma di passione, la fragilità, si riferisce all’essere e al sentirsi confusi, sopraffatti, impotenti, feriti. Si manifesta, tra le altre cose, sotto forma di paura, panico, preoccupazione eccessiva, tentativi di difesa inefficaci o inefficienti.

Una terza forma di passione riguarda il controllo emotivo, le manifestazioni di potere, come ad esempio accusare qualcuno (altre persone, altre nazioni) o qualcosa (come le antenne del 5G); utilizzare affermazioni associate all’autorità (“manteniamo la calma, abbiamo il controllo”); favorire i propri interessi personali o nazionali a discapito di interessi di ordine generale; inventare una teoria complottista; sfruttare illecitamente un’occasione per guadagnare potere politico o entrare in guerra.

Il trauma rappresenta una profonda perdita del potere di azione e si manifesta solitamente sotto forma di “trinità”: ignoranza, fragilità e controllo emotivo (dentro e tra gli individui, le istituzioni, le nazioni).

La guarigione implica una progressione dalla passione all’azione e, in particolare, una maggiore capacità di agire seguendo la ragione. Agire razionalmente implica un desiderio di ordine superiore, nonché uno sforzo creativo per integrare molteplici bisogni e desideri. Dinnanzi a minacce globali, come i coronavirus, l’inquinamento, il cambiamento climatico e l’avidità sconfinata, è necessario rendersi conto che, alla fine, promuovere empatia, compassione, solidarietà e collaborazione – a livello interpersonale e internazionale – è nell’interesse di tutti. Mettere in atto azioni guidate dalla ragione è tanto difficile quanto urgente. Per far fronte a una sfida particolarmente complessa, è necessario un processo di apprendimento che ha inizio durante l’infanzia. Diversamente dalle competenze accademiche, che possiamo acquisire, in misura significativa, con il supporto di appositi dispositivi tecnici, agire seguendo la ragione richiede un apprendimento di tipo sociale. Questa consapevolezza dovrebbe spingerci a ideare e diffondere un sistema educativo più appropriato.

Durante il webinar, Ellert Nijenhuis analizzerà il modo in cui gli individui, le istituzioni e le nazioni tendono a reagire quando si trovano ad affrontare una grave minaccia. Questo genere di minacce richiedono un’azione efficiente; tuttavia, potrebbero dar luogo a risposte inadeguate (le passioni), che implicano pattern relativi all’ignoranza, alla fragilità e al controllo (emotivo). Più il potere causale della minaccia surclassa il potere di azione di coloro che vedono minacciata la propria esistenza mentale e fisica, più questa “trinità del trauma” diventa dominante.

Acquisire maggiore potere di azione ai tempi della pandemia da coronavirus e, più in generale, dinnanzi a qualsiasi altra grave minaccia, richiede la capacità di agire seguendo la ragione. Durante il webinar, questo concetto verrà esaminato in maggiore dettaglio.

Presentazione di Anandi Janner Steffan

Guarire dal PTSD postCoronavirus grazie alla Lifespan Integration® Therapy

Il webinar avrà inizio con un breve intervento di Peggy Pace, ideatrice della Lifespan Integration® Therapy (LI), che offrirà una panoramica introduttiva su questo approccio terapeutico, seguita dall’intervento della Dott.ssa Janner Steffan, Trainer di LI.

In questo momento cruciale, dobbiamo perfezionare le nostre abilità per far fronte all’inevitabile impennata di disturbi psicobiologici che seguirà la pandemia da coronavirus. Come in ogni altra crisi, la consapevolezza e le risorse dei professionisti della salute mentale svolgono un ruolo essenziale per intraprendere un percorso di ripresa e “invertire la rotta”, passando da un caotico effetto domino a un processo di integrazione e di guarigione. I disturbi da stress post-traumatico, nonché i diversi disturbi acuiti dallo stress (per esempio burn-out, depressione, dipendenze, disturbi d’ansia e DOC), saranno quelli che aumenteranno maggiormente e in modo più significativo.

Il webinar si focalizzerà principalmente sul trattamento dei disturbi da stress post-traumatico indotti dal COVID-19 e, più specificamente, sull’utilizzo del metodo Lifespan Integration® (LI) a tal riguardo. Per prima cosa, dopo un riepilogo delle caratteristiche principali del PTSD, saranno analizzati i fattori che contribuiscono alla sua genesi, i quali – nel caso della pandemia da coronavirus e delle misure adottate per contenerla – sono stati molteplici, imprevedibili e in grado di mettere a repentaglio la vita delle persone. A questo proposito, per comprendere il diverso impatto che la pandemia ha avuto sugli individui, è necessario prendere in considerazione sintomi pre-esistenti, mancanze in termini di attaccamento e traumi pre-verbali, nonché il contesto psicosociale post- coronavirus. Il PTSD ha origine da una dissociazione tra corpo e mente: la mente è del tutto consapevole che l’evento traumatico non è più in corso, ma il corpo e le emozioni restano confinati in modalità lock-down, rivivendo episodi frammentati di ciò che è accaduto, in una condizione di isolamento interiore e in una dimensione temporale sospesa.

La neurobiologia ha dimostrato che i ricordi traumatici rimangono intrappolati nell’area subcorticale del cervello, in quanto la loro carica emotiva e la loro frammentazione inibiscono il processo di integrazione all’interno della memoria autobiografica. Di conseguenza, l’ippocampo si disattiva e la marca temporale degli eventi non può avvenire.

La Lifespan Integration® Therapyripristina l’esperienza incarnata (embodied experience) del flusso temporale integrando i ricordi frammentati dal passato al presente, attraverso una serie di ripetizioni della cronologia degli eventi vissuti dalla persona (timeline). Questo processo di rilascio graduale è in grado di trasformare uno stato di sopraffazione determinato dallo stress in un acquietamento a livello subcorticale, accompagnato da una consapevolezza corporea relativa al fatto che l’evento traumatico “è finito, non è più in corso.” Avendo recuperato le proprie risorse intrinseche, la persona riesce così ad adattarsi alle conseguenze della crisi relativa al COVID-19: piangere la perdita dei propri cari e costruire nuovi progetti, adattandoli alla situazione alterata in cui ci troviamo tutti, diventa nuovamente possibile.

Utilizzando la LI, osserviamo un’attenuazione dei sintomi traumatici in poche sedute; talvolta, se è presente un singolo evento traumatico, un’unica seduta può ridurre i sintomi del cliente. Il coma indotto farmacologicamente e gli effetti dell’utilizzo del respiratore sulla funzionalità respiratoria divengono così esperienze accessibili e integrabili; il criterio principale è il seguente: l’evento fa parte del passato, anche se la persona non era cosciente o risulta colpita da amnesia. Durante il webinar, sarà spiegato l’utilizzo del protocollo LI per il PTSD, con particolare enfasi su come aiutare i clienti a restare centrati nel proprio corpo, utilizzando sensazioni corporee sane, non trauma- correlate, e mantenendoli in contatto con il momento presente. Per i professionisti della salute mentale, la Lifespan Integration®Therapy offre una serie di vantaggi: il trattamento del PTSD è chiaro e diretto, basato unicamente sui ricordi del cliente e sull’abilità del terapeuta di regolarne lo stato di attivazione all’interno della finestra di tolleranza. Inoltre, la LI presuppone soltanto una minima esposizione al trauma. Quanto all’esperienza relativa alla pandemia da coronavirus, diversi aspetti traumatici possono essere risolti utilizzando questa stessa procedura, che può essere ulteriormente adattata per lavorare sia con le coppie che con le famiglie. Infine, avvalendosi del supporto di colleghi fidati, la LI può essere utilizzata dai terapeuti persino per integrare la propria esperienza di stress causato dalla diffusione del COVID-19.

Presentazione di Diana Fosha

Sciogliere la solitudine ai tempi del Coronavirus: Cosa può offrire la AEDP alla comunità mondiale

Sciogliere la solitudine ai tempi del coronavirus: cosa può offrire la AEDP alla comunità mondiale La Terapia Dinamico-Esperienziale Accelerata (AEDP) ha sempre considerato la solitudine – e, più specificamente, il senso di solitudine indesiderato e involontario di fronte a circostanze emotive travolgenti – un elemento chiave per comprendere lo sviluppo della psicopatologia. Lo scioglimento della solitudine è, infatti, sia il fondamento che la conditio sine qua non della metodologia incentrata sulla neuroplasticità utilizzata dalla AEDP per il trattamento del trauma e del trauma da attaccamento.

Paradossalmente, la pandemia da COVID-19 ha reso la solitudine e l’isolamento sociale – esperienze dolorose e traumatiche per la psiche umana quando indesiderate – gli elementi cardinali per mantenere la sicurezza nella lotta contro il virus. La teoria dell’attaccamento ci dice che abbiamo una tendenza innata a ricercare la vicinanza e la connessione per sentirci al sicuro e neutralizzare la paura. La pandemia da coronavirus, invece, ha paradossalmente trasformato ciò che, come esseri umani, ci fa sentire meno al sicuro (cioè una solitudine involontaria e indesiderata dinnanzi a un pericolo) nella condizione necessaria per garantire la nostra sicurezza.

È a questa situazione paradossale, praticamente fatta apposta per generare un attaccamento disorganizzato (cioè il bisogno di ricercare la sicurezza in ciò che più ci fa paura) che viene applicata la AEDP. Questo approccio terapeutico sembra, a sua volta, praticamente fatto apposta per risolvere questo paradosso attraverso un lavoro esperienziale, che consenta di andare oltre il cyber-vuoto e l’isolamento sociale, creando nuovi collegamenti neurali associati all’esperienza della connessione, di cui il nostro sistema nervoso ha disperatamente bisogno. Inoltre, affrontare la crisi nel qui-e-ora provocata dalla pandemia fa emergere l’opportunità di elaborare i traumi del passato, in un modo che non sia soltanto di supporto ma anche potenzialmente trasformativo.

Il webinar verterà sullo scioglimento della solitudine, intervento di cui verrà descritto il potere, nonché sull’elaborazione esplicita ed esperienziale delle esperienze relazionali più profonde, sia di natura traumatica che riparativa. La AEDP ha messo a punto una serie di potenti tecniche di elaborazione relazionale che consentono di lavorare, in modo esperienziale, sulle esperienze relazionali più profonde; inoltre, ha sviluppato potenti tecniche di elaborazione meta-terapeutica che consentono di lavorare, sempre in modo esperienziale, sulle esperienze relazionali emergenti, trasformative e correttive. Diana Fosha approfondirà il ruolo vitale delle emozioni positive e relazionali all’interno del processo di cambiamento, emozioni che rappresentano un aspetto essenziale del lavoro terapeutico sulle esperienze emotive dolorose e travolgenti associate sia al trauma storico che al trauma da attaccamento, nonché all’attuale pandemia globale.

Saranno presentati interventi specifici e approcci utili che gli psicoterapeuti potranno utilizzare all’interno della propria pratica clinica per affrontare nuove sfide e rispondere a nuove esigenze durante la pandemia, adottando così la prospettiva della AEDP. Di seguito, alcuni esempi di approcci specifici che saranno descritti durante il webinar:

  • trovare una punto di ingresso per accedere al dolore;
  • utilizzare interventi relazionali/esperienziali per sciogliere la solitudine;
  • riconoscere il potere di un’auto-rivelazione (self-disclosure) giudiziosa;
  • attraversare il dolore e passare dall’altra parte;
  • apprendere l’arte e la scienza della regolazione diadica delle emozioni;
  • prestare particolare attenzione alla vitalità presente all’interno della sofferenza e ai potenziali percorsi trasformativi.

Infine, saranno forniti consigli utili per aiutare i terapeuti a salvaguardare la propria salute e prendersi cura di sé, tra cui:

  • sintonizzarsi sui propri bisogni;
  • prevedere e individuare la disregolazione;
  • focalizzarsi sugli aspetti positivi;
  • creare nuovi significati;
  • identificare e reagire al burnout.

Per concludere, il webinar esplorerà le questioni più profonde, derivanti dai traumi al centro della sofferenza dell’individuo, che stanno affiorando durante l’attuale pandemia. In particolare, Diana Fosha spiegherà come lavorare su tali questioni utilizzando un approccio guidato dalla trasformance, in modo da offrire vitalità ed energia sia al cliente che al terapeuta, nonché al processo terapeutico stesso, rafforzando l’idea secondo cui “ci siamo tutti dentro, insieme”.

Presentazione di Janina Fisher

Rendere la psicoterapia virtuale un’esperienza relazionale

Spesso, clienti e terapeuti ritengono che il contatto di persona sia una condizione imprescindibile per la creazione della relazione terapeutica e della connessione. Tuttavia, in un mondo in cui il coronavirus impone il rispetto del distanziamento sociale, questo punto di vista non è di grande aiuto. L’incapacità di sentirsi emotivamente connessi all’interno di uno spazio virtuale non è causata dalla terapia online, ma ha origine dal fallimento della permanenza dell’oggetto all’interno delle relazioni di attaccamento precoci. La permanenza dell’oggetto ci permette di interiorizzare le persone più vicine a noi e di avere la certezza che a quest’ultime importi di noi anche se siamo distanti da loro o quando vi è un cambiamento dello stato emotivo. Anziché focalizzarci sul senso di perdita e sulla delusione, possiamo servirci di questa situazione difficile per aiutare i nostri clienti a sviluppare un maggiore senso di permanenza dell’oggetto.

Presentazione di Ed Tronick

“Creazione di significato su molteplici livelli, regolazione relazionale e stress”

L’importanza fondamentale della creazione di significato per gli esseri umani – sia rispetto a sé stessi in relazione al mondo umano e a quello inanimato, che rispetto alla relazione con il proprio Sé – è esemplificata con chiarezza dal paradigma del volto immobile o Still-Face. Le scoperte relative al paradigma Still-Face hanno dimostrato che la creazione di significato è un processo dinamico, che coinvolge molteplici strutture cerebrali, nonché diversi sistemi psicobiologici e neurosomatici. Se, da un lato, i significati possono – e, di fatto, sono – creati a livello endogeno, dall’altro lato è opportuno sottolineare che, solitamente, i significati vengono co-creati insieme a un altro soggetto all’interno di uno scambio attivo di informazioni. Tale scambio è caotico: è caratterizzato, infatti, dalla presenza di abbinamenti di significati talvolta male assortiti, nonché dalle relative riparazioni.

Una creazione di significato eseguita con successo determina un’espansione della coscienza e genera legami di attaccamento e relazioni, nonché resilienza e fiducia. Al contrario, un fallimento relativo alla creazione di significato riduce e comprime la coscienza, generando sfiducia e fragilità. Per chiarire ulteriormente tale concettualizzazione, durante il webinar sarà illustrata l’attività di ricerca condotta da Ed Tronick sugli esseri umani in molteplici ambiti, tra cui la genetica, la fisiologia, le emozioni, l’epigenetica, la relazione caretaker-bambino e le interazioni in età adulta. A questo proposito, saranno presentati esempi tratti dal suo nuovo libro (“The Power of Discord: Why the everyday ups and downs of relationships are the secret to building intimacy, resilience and trust“). Durante il webinar saranno mostrati, inoltre, filmati relativi al paradigma Still-Face negli infanti, nei bambini e negli adulti, in modo da approfondire ulteriormente gli argomenti trattati.

Presentazione di Ruth Lanius

“Superare i momenti più difficili nel trattamento del trauma: Verso la reintegrazione del Sé”

Durante il webinar saranno analizzate – da un punto di vista clinico e neurobiologico – le principali sfide che i terapeuti si trovano spesso ad affrontare nell’ambito del trattamento del trauma. Attraverso numerosi esempi di casi clinici, saranno descritte diverse strategie pratiche per gestire queste difficoltà. Inoltre, saranno presentati e dimostrati, ancora una volta attraverso esempi clinici, specifici interventi terapeutici integrativi finalizzati a reintegrare il Sé attraverso la risoluzione dei sintomi più importanti, come il rivivere flashback, l’udire voci dissociate, l’automutilazione e l’incapacità di tollerare le emozioni positive. La capacità di intervenire più efficacemente su questi sintomi così difficilmente gestibili aiuterà i terapeuti a sentirsi più competenti e a ridurre il rischio di burnout.

Presentazione di Vittorio Gallese

“L’impatto del trauma in età giovanile sul riconoscimento e la regolazione delle emozioni: Il lavoro svolto in Sierra Leone”

In questo webinar completo, esplorerete la ricerca di Vittorio Gallese incentrata sul rapporto tra trauma, regolazione emotiva e riconoscimento emotivo. Egli illustra le sue scoperte in Sierra Leone su traumi e negligenza in condizioni ambientali avverse durante l’infanzia e l’adolescenza. Utilizzando un’integrazione di approcci psicologici e antropologici con la neurofisiologia, Vittorio esplora come lavorare con adolescenti che hanno subito traumi terribili come torture, abusi e l’uccisione dei genitori. Vi illustrerà come la passione per il gioco si trasformi in un meccanismo di violenza e come questo possa essere risolto, come esempio delle implicazioni più ampie dell’utilizzo di un approccio integrato.

Presentazione di Deb Dana

Creare una storia di sicurezza: Una guida polivagale alla connessione

Il sistema nervoso autonomo svolge un ruolo di cruciale importanza nella nostra vita quotidiana, incidendo in modo potente sulle nostre esperienze relative alla sicurezza e influenzando la nostra capacità di connessione.

La Teoria Polivagale descrive i diversi circuiti autonomici all’origine di determinati comportamenti e credenze, consentendoci di comprendere, inoltre, i percorsi corpo-cervello che determinano la nascita della nostra personale storia di sicurezza e di sopravvivenza.

Oggi sappiamo che il trauma blocca lo sviluppo della regolazione autonomica e incide profondamente sul sistema nervoso, inibendone la capacità di connessione e determinando lo sviluppo di pattern di protezione. Per molti clienti, gli stati di attacco/fuga e collasso sono frequenti, intensi e prolungati, mentre lo stato relativo alla sicurezza e alla connessione risulta elusivo. Utilizzando una mappa aggiornata del sistema nervoso autonomo possiamo, quindi, giungere a una nuova comprensione dei pattern post-traumatici che caratterizzano l’iperattivazione, l’ipervigilanza, la disconnessione e l’insensibilità, nonché aiutare efficacemente i nostri clienti ad abbandonare le loro risposte adattive finalizzate alla sopravvivenza, accedendo a quello stato di sicurezza – regolato dal sistema nervoso autonomo – necessario per il successo del trattamento terapeutico.

Un approccio alla terapia guidato dalla Teoria Polivagale offre al terapeuta una serie di strategie volte a identificare e interrompere i pattern protettivi a cui ricorre abitualmente il cliente, facilitando lo sviluppo di abilità che gli consentano di vivere – e di “assaporare” pienamente – le esperienze relative alla sicurezza. Se parliamo la lingua del sistema nervoso, possiamo aiutare i nostri clienti a sintonizzarsi, in modo sicuro, sui propri stati autonomici, a rimodellare il proprio sistema nervoso, nonché a riscrivere la storia traumatica che ognuno di loro porta con sé, all’interno dei loro percorsi autonomici.

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Bonnie Goldstein
Bonnie Goldstein, Ph.D., è fondatrice e Direttrice del Lifespan Psychological Center di Los Angeles, centro specializzato nella terapia integrativa con i bambini, gli adolescenti e le famiglie, nonché nella terapia di gruppo. La Dott.ssa Goldstein fa parte del corpo docente del Sensorimotor Psychotherapy Institute, per cui ha ideato – insieme a Pat Ogden – una serie di workshop e seminari incentrati sul trattamento terapeutico di bambini, adolescenti e famiglie, attraverso la lente della Psicoterapia Sensomotoria. La Dott.ssa Goldstein è docente part-time presso la USC’s School of Social Work e ha partecipato attivamente all’importante iniziativa portata avanti dalla scuola per assegnare una posizione di spicco, all’interno del curriculum accademico, alle questioni relative alla diversità, all’uguaglianza e all’inclusione. Parallelamente a questo, ha creato un modello di trattamento specifico, che mette in luce l’interconnessione tra la Psicoterapia Sensomotoria, la Neurobiologia Interpersonale, la teoria dell’Attaccamento e lo sviluppo umano.
David S. Elliott
David S. Elliott, Ph.D. è uno psicologo clinico che ha conseguito il dottorato presso l’Università di Harvard nel 1989. È coautore del libro “Attachment Disturbances in Adults: Treatment for Comprehensive Repair” (Norton, 2016), che ha ricevuto il premio Pierre Janet Writing Award dalla International Society for the Study of Trauma and Dissociation. È docente e presidente del comitato consultivo della Scuola internazionale per la psicoterapia, il counseling e la leadership di gruppo (San Pietroburgo, Russia), è stato presidente dell’Associazione psicologica del Rhode Island (USA) e ha ricoperto posizioni di leadership in diverse organizzazioni per la difesa della salute mentale. Il suo studio privato ha sede negli Stati Uniti e svolge attività di consulenza e insegnamento a livello internazionale su tematiche relative alla psicoterapia, all’attaccamento, alla personalità e allo sviluppo del Sé.
Ellert R.S. Nijenhuis
Ellert R. S. Nijenhuis è psicologo, psicoterapeuta e ricercatore. Da oltre trent’anni è impegnato nella diagnosi e nel trattamento di pazienti gravemente traumatizzati e insegna e scrive molto sui temi della dissociazione trauma-correlata e dei disturbi dissociativi. Nijenhuis è consulente presso Clienia Littenheid, in Svizzera. Tra le sue pubblicazioni figurano i libri “Somatoform Dissociation” (1999), “The Haunted Self: Structural Dissociation and the Treatment of Chronic Traumatizatio”n (2006, insieme a Onno van der Hart e Kathy Steele) e la trilogia “The Trinity of Trauma: Ignorance, Fragility, and Control” (2015-2017). Psicologo e psicoterapeuta, ora in pensione, Nijenhuis ha diagnosticato, trattato e studiato scientificamente pazienti gravemente traumatizzati per oltre 40 anni.
Anandi Janner Steffan
Anandi Janner Steffan è una terapeuta formata da Peter Levine (Somatic Experiencing), Bessel van der Kolk, Stephen Porges (Polyvagal Theory), Ellert Nijenhuis (Disturbi dissociativi e psicotraumi), Luise Reddemann (PITT) e Peggy Pace (Lifespan Integration™). Nel 2014 ha sviluppato un modello sistemico di LI che consente la risoluzione del trauma per famiglie, coppie e bambini. Oggi lavora nuovamente come terapeuta indipendente, supervisore e trainer, diffondendo conoscenze relative al funzionamento interno dei sistemi traumatizzati. Fin dall’inizio della sua carriera, le conoscenze e le scoperte nel campo della neurobiologia si sono intrecciate con i risultati clinici della terapia. Dopo una formazione sistemica triennale come counselor basata sul modello di Virginia Satir a San Francisco, integrata da un’ulteriore formazione nell’ambito delle costellazioni familiari, ha aperto il suo studio privato nel 1995.
Diana Fosha
Diana Fosha, Ph.D., è l’ideatrice dell’AEDP (Accelerated Experiential Dynamic Psychotherapy), modello terapeutico esperienziale orientato alla guarigione e alla trasformazione, nonché fondatrice e direttrice dell’AEDP Institute. Negli ultimi 20 anni, è stata attiva nel promuovere l’importanza di una base scientifica per un modello di trattamento del trauma orientato alla guarigione, incentrato sull’attaccamento, sulle emozioni e sulla trasformazione. Il lavoro di Fosha si concentra sull’integrazione della neuroplasticità, della scienze affettive e della ricerca diadica sullo sviluppo nel lavoro clinico esperienziale e trasformativo con i pazienti. Il suo lavoro più recente si concentra sulla capacità umana di prosperare come parte integrante del processo di trasformazione della sofferenza emotiva. È autrice di “The transforming power of affect: A model for accelerated change” (Basic Books, 2000), nonché coautrice e curatrice di molte altre opere.
Janina Fisher
Janina Fisher è Psicologa Clinica ed ex docente della Harvard Medical School. Esperta di fama internazionale nell’ambito del trattamento del trauma, è attualmente membro del comitato consultivo della Trauma Research Foundation, nonché autrice di tre libri: “Guarire la frammentazione del Sé: Come integrare le parti di Sé dissociate dal trauma psicologico” (2017), “Trasformare l’eredità del trauma: Un manuale pratico per la vita quotidiana e per la terapia” (2021) e “The Living Legacy Instructional Flip Chart” (2022), non ancora tradotto in italiano. Conosciuta principalmente per il suo lavoro relativo all’integrazione di interventi somatici e basati sulla mindfulness al trattamento del trauma, è anche ideatrice del metodo TIST (Trauma-Informed Stabilization Treatment), un modello di trattamento per la stabilizzazione informato sul trauma.
Ed Tronick
Ed Tronick, neuroscienziato dello sviluppo e psicologo clinico, è ricercatore e docente di fama mondiale, riconosciuto a livello internazionale per il suo lavoro sullo sviluppo neurocomportamentale e socio-emotivo dei neonati e dei bambini piccoli, sulla genitorialità negli Stati Uniti e in altre culture, e sulla salute mentale dei neonati e dei genitori. Tronick è professore emerito di psicologia presso l’Università del Massachusetts di Boston, direttore dell’unità di sviluppo infantile dell’UMB, ricercatore associato di medicina neonatale presso il Brigham and Women’s Hospital e docente di pediatria presso la Harvard Medical School. È anche docente di Salute materna e infantile presso la Harvard School of Public Health e di Sviluppo umano presso la Harvard School of Education, nonché membro della Boston Psychoanalytic Society and Institute. Ha sviluppato il paradigma Still-face, un prototipo standard per lo studio dello sviluppo socio-emotivo.
Ruth Lanius
Ruth Lanius, MD, PhD, professore di psichiatria, è direttore dell’unità di ricerca sul PTSD presso la University of Western Ontario. Ha fondato il Traumatic Stress Service e il Traumatic Stress Service Workplace Program, servizi specializzati nel trattamento e nella ricerca del PTSD e dei relativi disturbi comorbidi. Attualmente è titolare della cattedra Harris-Woodman in Medicina Mente-Corpo presso la Schulich School of Medicine & Dentistry della University of Western Ontario. I suoi interessi di ricerca si concentrano sullo studio della neurobiologia del PTSD e sulla ricerca sui risultati del trattamento, esaminando vari metodi farmacologici e psicoterapeutici. È autrice di oltre 150 pubblicazioni e capitoli nel campo dello stress traumatico. Tiene regolarmente conferenze sul tema del PTSD a livello internazionale. Recentemente ha pubblicato il libro “Guarire il sé traumatizzato: coscienza, neuroscienze, trattamento” con Paul Frewen.
Vittorio Gallese
Vittorio Gallese è professore di Fisiologia presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Parma, Adjunct Senior Research Scholar presso il Dipartimento di Storia dell’Arte e Archeologia della Columbia University, New York, USA e Professore di Estetica Sperimentale presso l’Institute of Philosophy dell’Università di Londra, U.K. È coordinatore del Dottorato di Ricerca in Neuroscienze e Direttore della Scuola di Dottorato di Medicina dell’Università di Parma. Tra i suoi principali contributi scientifici, la scoperta dei neuroni specchio e la proposta di un nuovo modello di intersoggettività: la teoria della simulazione incarnata. Ha svolto attività di ricerca e insegnamento presso le Università di Losanna, Tokyo, Berkeley e Berlino. È autore di oltre 230 articoli scientifici pubblicati su riviste e libri internazionali.
Deb Dana
Deb Dana LCSW è medico, consulente, autrice e relatrice specializzata nel trattamento del trauma complesso dalla prospettiva della Teoria Polivagale (TP), che utilizza per comprendere e risolvere i casi di trauma. Ha scritto molti libri che spiegano la Teoria Polivagale. È una trainer certificata e ha formato clinici e pazienti a livello internazionale. Il lavoro di Dana si addentra nelle complessità di come tutti noi possiamo utilizzare i principi organizzativi della TP per cambiare il modo in cui affrontiamo la nostra vita quotidiana. Dana è nota per aver tradotto la TP in un linguaggio e in un’applicazione chiari e accessibili, nonché per il suo contributo significativo, pionieristico, alla metodologia Rhythm of Regulation®, agli strumenti, alle tecniche e alle pratiche che continuano ad avvicinare alla TP non soltanto i professionisti della salute mentale, ma anche persone provenienti da contesti profondamente diversi.