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Neuroscienze

Still Face e Neuroni Specchio: la Neuroscienza della Psicoterapia
a cura diHarry Farmer, Alessandro Carmelita, Marina Cirio, Ronald D. Siegel, Edward Tronik, Benedetto Farina, Vittorio Gallese, David Grand, Vilayanur S. Ramachandran
Date: Disponibile a Breve *
Orario: Orari disponibili a Breve
Streaming disponibile su Zoom Meetings
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Disponibile in Italiano (traduzione simultanea), Inglese
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(valido fino al 31/03/2022)

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Dettagli dell’evento

La natura intersoggettiva degli esseri umani si sviluppa subito dopo la nascita e rappresenta uno dei principi cardine della nostra capacità di crea­zione di significato. Sin da quando veniamo al mondo, infatti, la relazionalità svolge un ruolo chiave nella nostra esistenza: la capacità del neonato di im­itare le espressioni facciali del caregiver non soltanto garantisce la sua so­pravvivenza, ma gli consente anche di interagire con quest’ultimo in modo sincronizzato, dando luogo a scambi relazionali sempre più complessi, es­senziali per lo sviluppo psicobiologico del bambino.

La scoperta dei neuroni specchio ha offerto un fondamento neurofisio­logico di primaria importanza al celebre paradigma del volto immobile o Still Face, apportando un contributo sostanziale alla ricerca scientifica in ques­to ambito. Come può, dunque, la Psicoterapia servirsi di queste preziose conoscenze per promuovere il benessere individuale? Il Congresso online “Still-Face e Neuroni Specchio: le Neuroscienze della Psicoterapia” darà l’opportunità ad alcuni dei maggiori Esperti del settore di rispondere a questa domanda.

L’evento vedrà la partecipazione di Relatori di fama internazionale, che presenteranno i più recenti studi sul ruolo della sintonizzazione emoti­vo-relazionale e sulla relazione dell’individuo con il proprio Sé, analizzan­done sia le implicazioni in termini di ricerca che le applicazioni terapeutiche. A questo proposito, il concetto di intersoggettività – strettamente correlato alla relazione con l’Altro, ma anche a quella con il Sé, considerata uno degli obiettivi centrali del processo di cambiamento terapeutico – sarà particolar­mente enfatizzato. Inoltre, saranno analizzati diversi approcci di trattamen­to e una serie di ipotesi sul funzionamento della mente basati su e validati da fondamenti neuroscientifici. Sarà ampiamente analizzato, infine, il ruolo del riconoscimento allo specchio, un elemento chiave per esplorare profondamente la dimensione relazionale del Sé all’interno dei modelli terapeutici più avanzati.

Harry Farmer

Specchi per l’anima: la rappresentazione del proprio volto e il rispecchiamento sociale

La capacità di riconoscere accuratamente la propria faccia è stata ritenuta per molto tempo uno degli indicatori chiave di un livello di coscienza superiore. Le ricerche più recenti ci hanno permesso di comprendere maggiormente il contributo dato dall’integrazione delle informazioni provenienti da numerosi canali sensoriali diversi (tra cui la vista, il tatto e i sensi interni della propriocezione e dell’interocezione) rispetto alla rappresentazione del proprio volto. Inoltre, gli studi nell’ambito delle neuroscienze sociali hanno mostrato che, per quanto riguarda lo sviluppo di risposte empatiche e della capacità di prospettiva, un ruolo importante è svolto dalla mappatura delle azioni e delle espressioni facciali degli altri, nonché delle esperienze relative al contatto e al dolore, attraverso i nostri sistemi sensoriali (rispecchiamento). In questo intervento, il Dott. Farmer attingerà alla ricerca relativa alle neuroscienze cognitive per illustrare in che modo la percezione del proprio volta influenza – ed è influenzata da – le interazioni sociali con gli altri. Per prima cosa, saranno presentate le evidenze che dimostrano quanto il rispecchiamento degli altri, a livello tattile e motorio, possa determinare un aumento della somiglianza facciale percepita, nonché un maggior senso di affiliazione e di fiducia. Successivamente, saranno descritte le ricerche che evidenziano il funzionamento in senso inverso di questa stessa relazione: comportamenti affidabili e una maggiore affiliazione sociale modulano le risposte dei sistemi di rispecchiamento, sia a livello tattile che motorio. Infine, sarà presentato un lavoro più recente che esamina il modo in cui le interruzioni del senso del Sé in condizioni di depersonalizzazione determinano un mancato rispecchiamento sia a livello tattile che motorio.

È attualmente Docente Universitario all’interno del Dipartimento di Psico­logia della University of Greenwich. Ha completato il dottorato di ricercar in Psicologia presso la Royal Holloway University a Londra nel 2014 e, tra il 2014 e il 2018, ha lavorato come Assegnista di Ricerca presso l’Is­tituto di Neuroscienze Cognitive della UCL mentre, tra il 2017 e il 2019, è stato Ricercatore del Dipartimento di Psicologia della University of Bath. Il principale focus delle sue ricerche è stata la relazione tra il Sé e la cog­nizione sociale; i suoi studi hanno incluso una vasta gamma di tecniche metodologiche, tra cui analisi concettuale, psicofisica, registrazione fisiologica, neuroimaging e realtà virtuale. Il Dott. Farmer è autore di 14 articoli pubblicati in riviste peer reviewed nell’amb­ito delle Scienze psicologiche e della Neuropsicologia. I suoi lavori passati gli hanno permesso di analizzare il modo in cui la plasticità dell’auto-rappresentazione – sia a livello corporeo che concettuale – può essere utilizzata per modulare atteggiamenti sociali, tra cui il pregiudizio. Si è occupato, inoltre, di modelli computazionali relativi all’apprendimento delle similitudini tra il Sé e l’Altro; attualmente si occupa della dimensione empirica relativa al progetto “Estranged From the Self, Estranged from the Others” (lett. “Estraniato dal Sé, estraniato dagli Altri”), che analizza la relazione tra le esperienze anormali del Sé in presenza di una depersonalizzazione e le interazioni sociali, in popolazioni cliniche e non. Il Dott. Farmer è membro della Experimental Psychology Society.
Alessandro Carmelita

Mindful Interbeing Mirror Therapy: oltre la guarigione dal trauma

Il paradigma Still-Face e il meccanismo dei neuroni specchio sono due principi fondamentali della Mindful Interbeing Mirror Therapy (MIMT): entrambi hanno enfatizzato, da un punto di vista scientifico, la dimensione intrinsecamente relazionale dei processi di costruzione del Sé e di creazione di significato esistenziale insiti in ogni essere umano. L’utilizzo dello specchio all’interno del setting terapeutico consente di esplorare, sin dalla prima seduta, la relazione del cliente con il proprio Sé; parallelamente, il concetto del “Sé” viene oggettivato come “Altro” con cui il cliente interagisce. Di conseguenza, la dimensione intersoggettiva dell’umanità viene vissuta in modo nuovo, aspetto che contribuisce ad accelerare il processo di cambiamento terapeutico. Basata su un’attivazione consapevole e mirata di specifici circuiti neurobiologici che regolano il riconoscimento dei volti e l’identificazione delle emozioni relative alle espressioni facciali, la MIMT è un approccio terapeutico efficace, concepito come processo di ricostruzione del Sé. L’obiettivo terapeutico è quello di aiutare il cliente a ricreare un profondo senso di connessione con la propria immagine riflessa allo specchio e sviluppare una nuova auto-compassione, superando la vergogna e il disprezzo nei confronti di sé stesso, emozioni tipicamente presenti nei soggetti traumatizzati.

Psicologo e Psicoterapeuta, Alessandro Carmelita si è formato con alcuni tra i massimi Esperti nell’ambito della Psicoterapia e della Neurobiologia Interpersonale. Ha creato la Mindful Interbeing Mirror Therapy (MIMT) e, insieme a Marina Cirio, ne ha sviluppato gli aspetti clinici. Attualmente, si dedica attivamente alla diffusione di questo nuovo, rivolu­zionario, approccio terapeutico.
Ronald D. Siegel

La neurobiologia della Mindfulness e della Compassione: applicazioni pratiche

Lo sviluppo della tecnologia alla base della risonanza magnetica funzionale (o fMRI) ha consentito un aumento significativo degli studi di ricerca sugli effetti neurobiologici e sui meccanismi di azione delle pratiche relative alla Mindfulness e alla compassione. In che modo tali scoperte neuroscientifiche incidono sulla pratica clinica? Quali informazioni forniscono rispetto alle origini della sofferenza psicologica e alle soluzioni per alleviarla? Ronald Siegel analizzerà in profondità questo genere di aspetti, offrendo numerosi spunti relativi alle applicazioni pratiche delle più recenti scoperte in ambito neurobiologico, con l’obiettivo di arricchire qualsiasi forma di Psicoterapia.

Ronald D. Siegel è Assistant Professor di Psicologia presso la Harvard Medical School, dove insegna da oltre 35 anni. Ha studiato per anni la pratica della Meditazione mindful e fa parte del comitato direttivo dell’Institute for Meditation and Psychotherapy. Oltre ad occuparsi dell’attività clinica del suo studio privato a Lincoln, nel Massachusetts, il Dott. Siegel tiene ogni anno svariati corsi, a livello internazionale, sull’applicazione della Mindfulness alla Psicoterapia e ad altri ambiti. Il Dott. Siegel è, inoltre, co-editore del testo “Mindfulness and Psychotherapy” (seconda edizione), acclamato dalla critica, nonché autore di un manuale specifico sulla mindfulness rivolto al grande pubblico, “The Mindfulness Solution: Everyday Practices for Everyday Problems”. Inoltre, è co-editore del testo “Wisdom and Compassion in Psychotherapy”, co-autore della guida rivolta ai professionisti della salute mentale “Sitting Together: Essential Skills for Mindfulness-Based Psychotherapy” e co-autore del manuale di auto-trattamento “Back Sense”, che integra approcci occidentali e orientali relativi al trattamento del dolore cronico alla schiena. Infine, ha collaborato alla realizzazione di “The Science of Mindfulness: A Research-Based Path to Well-Being”, prodotto da The Great Courses. Il Dott. Siegel continua a contribuire regolarmente ad altre pubblicazioni professionali ed è co-direttore del Congresso annuale sulla Meditazione e la Psicoterapia organizzato dalla Harvard Medical School.
Edward Tronik

Il processo dinamico di creazione di significato negli esseri umani e il paradigma Still Face

L’importanza fondamentale che attribuiamo alla creazione di significato rispetto al nostro rapporto con il mondo umano, quello inanimato e il nostro Sé è ben esemplificata dal paradigma Still-Face. Le scoperte relative al paradigma del volto immobile mostrano che la creazione di significato è un processo dinamico che coinvolge molteplici sistemi: cerebrali, psicobiologici e neurosomatici. Se, da un lato, i significati possono essere creati a livello endogeno, dall’altro è possibile affermare che i significati vengono più frequentemente co-creati con un Altro, all’interno di uno scambio attivo di informazioni. Tale scambio è caotico e caratterizzato sia da momenti di corrispondenza che di mancata corrispondenza tra significati, nonché da processi riparativi. Una creazione di significato efficace determina un’espansione della coscienza e consente di creare legami di attaccamento, favorendo lo sviluppo di relazioni, resilienza e fiducia. Se, invece, la creazione di significato fallisce, la coscienza si restringe e si comprime, generando sfiducia e fragilità. Il caos, il fallimento e la riparazione a livello relazionale svolgono un ruolo altrettanto fondamentale all’interno dei processi terapeutici.

È un Neuroscienziato dello sviluppo e uno Psicologo clinico, nonché un Ricercatore e un Docente conosciuto in tutto il mondo per il suo lavoro relativo allo sviluppo emotivo, sociale e neuro-comportamentale dei neo­nati e dei bambini piccoli, alla genitorialità nella cultura americana e in altre culture, e alla salute mentale genitore-bambino. Il Dott. Tronick è Profes­sore emerito di Psicologia presso la University of Massachusetts (Boston), Direttore della Child Development Unit della UMB, Assegnista di Ricerca in Medicina neonatale presso il Brigham and Women’s Hospital e Docente universitario di Pediatria presso la Harvard Medical School. Gestisce il corso sulla salute materna e infantile organizzato dalla Harvard School of Public Health e il corso sullo sviluppo uma­no presso la Harvard School of Education; è, inoltre, membro della Boston Psychoanalytic Society. Il Dott. Tronick è l’ideatore del paradigma del volto immobile o Still-Face, diventato un prototipo sperimentale standard per lo studio dello sviluppo sociale ed emotivo in ambito pediatrico, psichi­atrico, clinico, infermieristico e nel settore della psicologia infantile. Attraverso i suoi studi incentrati sull’utilizzo del paradigma Still-Face, Ed Tronick ha rivoluzionato la nostra comprensione delle ca­pacità emotive e di coping dei neonati, nonché degli effetti di fattori come l’ansia e la depressione materna sullo sviluppo sociale ed emotivo del bambino. Le ricerche condotte dal Dott. Tronick puntano a comprendere la natura dei processi di sviluppo – normali e anormali – insiti negli scam­bi emotivi e sociali, momento per momento, tra i bambini piccoli e i loro caregiver. I suoi libri, “Regolazione emotiva nello sviluppo e nel processo terapeutico” (2008) e “Il potere della discordia” (2021), sono stati pubblicati entrambi da Raffaello Cortina Editore.
Benedetto Farina

Le forme della frammentazione dell’esperienza di Sé nell’attaccamento traumatico: dalle basi biologiche alle implicazioni terapeutiche

Una vasta e crescente mole di dati scientifici indica che il maltrattamento infantile costituisce il maggiore fattore di rischio per tutti i disturbi psichici nonché un fattore di resistenza al loro trattamento, indipendentemente dalla diagnosi e dal tipo di terapia applicata. Tra le forme di maltrattamento un ruolo rilevante lo gioca l’attaccamento traumatico, ovvero la deprivazione grave e continuata di una figura di attaccamento stabile, sensibile e responsiva, che è un’esperienza prevista per la specie umana per il normale sviluppo delle funzioni mentali, in particolare per quelle che sostengono e regolano la relazionalità e la continuità dell’esperienza di sé. L’attaccamento traumatico attiva diversi processi patogenetici che, interagendo tra loro, provocano numerose manifestazioni psicopatologiche, tra le quali l’alterazione della regolazione delle emozioni e del comportamento, della coscienza, dell’identità, la frammentazione dell’esperienza di sé, il malfunzionamento delle capacità metacognitive e dei diversi aspetti della cognizione sociale. Queste manifestazioni psicopatologiche possono essere variamente presenti in tutti i quadri clinici costituendo una dimensione psicopatologica che contribuisce alla gravità del disturbo e alla resistenza al trattamento. Verranno presi in esame alcuni meccanismi neurobiologici e psicopatologici coinvolti in questi processi patogenetici, in particolare il ruolo della perdita dell’integrazione mentale, la cosiddetta disintegrazione traumatica, e il suo impatto sulle relazioni interpersonali. Attraverso alcuni esempi clinici sarà descritta la clinica della disintegrazione traumatica e le implicazioni per la psicoterapia.

Medico, psichiatra e psicoterapeuta, dottore di ricerca in neuroscienze, professore ordinario di Psicologia Clinica all’Università Europea di Roma. Membro del collegio dei docenti del Corso di Dottorato in “Psicologia dinamica e clinica” dell’Università Sapienza di Roma. Membro del Scientific Advisory Boarddell’International Society for the Study of Trauma and Dissociation. Socio didatta SITCC. Docente di numerose Scuole di Specializzazione in Psicoterapia. È stato vincitore del Richard P. Kluft Award2015 Best Article. Membro dell’Editorial board del Journal of Trauma and Dissociation, di Clinical Neuropsychiatry, dell’International Journal of Multidisciplinary Trauma Studies. Autore di oltre cento pubblicazioni tra monografie, articoli pubblicati su riviste internazionali indicizzate e capitoli di libri.
Vittorio Gallese

L’esperienza del Sé e degli altri nel mondo digitale

Durante questo intervento, Vittorio Gallese illustrerà la relazione dell’essere umano con le immagini digitali, concepite come rappresentazioni smaterializzate, visive della realtà. Le argomentazioni presentate si basano sulla convinzione secondo cui la tecnologia è sempre stata un’estensione della mente; la definizione stessa di “artificiale” risulta, dunque, intrinsecamente connessa alla capacità cognitiva “naturale” di sviluppare dispositivi, grazie all’evoluzione delle nuove tecnologie cognitive. Questa presentazione analizzerà in profondità i possibili effetti della digitalizzazione dei processi neuro-cognitivi che caratterizzano la comunicazione sociale, nonché la creazione del senso del Sé, soprattutto in un contesto come quello attuale, in cui la pandemia ha aumentato notevolmente il tempo che trascorriamo online, modificando significativamente il nostro modo di interagire con la realtà della vita quotidiana.

È Professore Ordinario di Fisiologia presso il Dipartimento di Neuroscienze della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma. È, inoltre, Adjunct Senior Research Scholar presso dipartimento di Storia dell’Arte e Archeologia della Columbia University (New York) nonché Professore di Estetica Sperimentale presso l’Institute of Philosophy della University of London. È, inoltre, Coordinatore del Dottorato di Ricerca in Neuroscienze e Direttore della Scuola Dottorale di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma. Neuroscienziato, tra i suoi con­tributi scientifici principali vi è la scoperta – assieme ai colleghi di Parma – dei neuroni specchio, nonché l’elaborazione di un modello neuroscientifico dell’inter­soggettività: la teoria della simulazione incarnata. Ha lavorato e insegnato nelle Università di Losanna, Tokyo, Berkeley e Berlino. È autore di oltre 230 lavori scientifici su riviste e libri internazionali, di due libri in qualità di autore e di tre libri in qualità di curatore. Tra i numerosi riconoscimenti e premi che ha ricevuto negli anni, è importante ricordare: la George Miller Fellowship dalla University of California (Berkeley) nel 2001; il Premio Grawemeyer per la Psicologia nel 2007; il Doctor Honoris Causa dall’Università Cattolica di Lovanio, Belgio, nel 2010; l’Arnold Pfeffer Prize for Neuropsychoanalysis a New York nel 2010; il Premio Musatti dalla Società Italiana di Psicoanalisi nel 2014; la Kosmos Felloship dalla Humboldt Universität di Berlino e, infine, la Einstein Fellowship dalla Berlin School of Mind & Brain della Humboldt Universität per il periodo compreso tra il 2016 e il 2018.
David Grand

Guarire il trauma ed espandere la coscienza utilizzando il Brainspotting

Il Brainspotting è una terapia relazionale, basata sulla connessione cervello-corpo, che utilizza una serie di posizioni oculari rilevanti per localizzare la presenza di traumi non elaborati e dissociazione all’interno dell’area sottocorticale del cervello. Il Brainspotting propone un modello neuro-esperienziale bottom-up, presentandolo come alternativa al modello terapeutico tradizionale. Questa presentazione illustrerà in che modo il Brainspotting può essere utilizzato sia per guarire il trauma che per espandere la coscienza e migliorare la performance del cliente. L’intervento includerà momenti dedicati alle domande del pubblico e dimostrazioni dal vivo.

David Grand, PhD, è l’ideatore del Brainspotting, un innovativo metodo terapeutico relazionale, mente-corpo, basato sulle pratiche della Mindfulness. È autore del libro “Brainspotting: The Revolutionary New Therapy for Rapid and Effective Change” e co-autore di “This is Your Brain on Sports”. Il Dott. Grand è coinvolto in svariati progetti umanitari che si occupano dei sopravvissuti all’11 Settembre, all’uragano Katrina e al massacro della scuola elementare Sandy Hook a Newton, in Connecticut. È, inoltre, membro del comitato direttivo dell’associazione no-profit Talk To Me Post Tour Processing (TTMPTP). I programmi sviluppati dal Dott. Grand – Brainspotting Sports Work e Brainspotting Acting Coaching – hanno permesso di realizzare importanti progressi relativi al miglioramento della performance e della creatività. Il lavoro del Dott. Grand è stato ampiamente citato dai media, tra cui il New York Times, i canali televisivi NBC National News, Discovery Channel, CNN e MSNBC, il periodico sportivo Sports Illustrated e il canale radiofonico Sirius Radio.

Ecco il programma dell’evento

Gli orari potrebbero leggermente variare

Prima giornata

9:50 – 10:00 Apertura
10:00 – 11:30 Harry Farmer: “Specchi per l’anima: la rappresentazione del proprio volto e il rispecchiamento sociale”
11:30 – 11:45 Pausa
11:45 – 13:15 Alessandro Carmelita e Marina Cirio: Mindful Interbeing Mirror Therapy: oltre la guarigione dal trauma”
13:15 – 14:15 Pausa pranzo
14:15 – 15:45 Ronald Siegel: “La neurobiologia della Mindfulness e della Compassione: applicazioni pratiche”
15:45 – 16:00 Pausa
16:00 – 17:30 Edward Tronick: “Il processo dinamico di creazione di significato negli esseri umani e il paradigma Still Face
17:30 – 18:30 Panel conclusivo

Seconda giornata

10:00 – 11:30 Benedetto Farina:  “Le forme della frammentazione dell’esperienza di Sé nell’attaccamento traumatico: dalle basi biologiche alle implicazioni terapeutiche”
11:30 – 11:45 Pausa
11:45 – 13:15 Vittorio Gallese: “L’esperienza del Sé e degli altri nel mondo digitale”
13:15 – 14:15 Pausa pranzo
14:15 – 15:45 David Grand: “Guarire il trauma ed espandere la coscienza utilizzando il Brainspotting”
15:45 – 16:00 Pausa
16:00 – 17:30 Vilayanur S. Ramachandran – Il titolo esatto della presentazione verrà comunicato quanto prima
17:30 – 18:30 Panel conclusivo

* L’evento sarà confermato al raggiungimento della quota minima di adesioni di 20 partecipanti.

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