Programma del corso:
Prima parte
Per certi versi è rassicurante vedere un terapeuta così famoso, con 60 anni di esperienza alle spalle, faticare a trovare un punto di appoggio nel proprio lavoro con Eugenia; è rassicurante rendersi conto che, in un’era di trattamenti “manualizzati” e “basati sulle evidenze”, i veterani come Yalom sfidano queste tendenze affrontando la terapia con ogni cliente come se fosse un viaggio unico, consapevoli del rischio di confondersi con facilità e di essere messi a dura prova lungo il percorso. È confortante osservare la franchezza con cui Yalom ammette le proprie difficoltà, sia durante le sedute con la cliente, che nei commenti rivolti agli spettatori.
Ed è altrettanto rassicurante vedere che, nonostante questo, riesce a trovare il modo – o quantomeno un modo – per aiutare la cliente a iniziare ad attribuire un significato al panico esistenziale comparso nella sua vita apparentemente all’improvviso. Ad ogni terapeuta capita di avere sia clienti che manifestano sintomi iniziali attribuibili a cause ben precise – come depressione o ansia dopo la fine di una relazione o la perdita di un lavoro – che clienti i cui sintomi non sembrano riconducibili, in modo evidente, a un determinato fattore scatenante. Eugenia, così come gli altri clienti di questa serie – Luke e Gareth – sono clienti reali, con problemi relativi alla vita reale, che non si adattano perfettamente alle categorie del DSM, né ai manuali di trattamento; vedere Yalom prendere decisioni su due piedi, procedendo per tentativi, è esattamente ciò che rende questi video così preziosi per qualunque terapeuta desideri rafforzare le proprie abilità cliniche, nonché la comprensione del cliente.
Seconda parte
Gareth è il tipo di cliente prediletto da molti terapeuti: è brillante, si esprime in modo chiaro, è coinvolgente e molto motivato a trovare una soluzione per attenuare il suo disagio. Eppure…anche la terapia con questo cliente presenta una serie di sfide. Gareth è, infatti, un uomo profondo, capace di parlare di sé stesso e delle sue difficoltà con facilità; spesso, però, si limita a farlo restando su un piano cognitivo, il che rende difficoltoso aprire nuove strade nel lavoro terapeutico con lui. È quindi molto interessante osservare da vicino le diverse strategie utilizzate da Yalom per entrare in contatto con lui e aiutarlo ad sviluppare nuove prospettive.
Questa parte del corso è caratterizzata da momenti particolarmente toccanti presenti nei vari scambi tra Yalom e il cliente, entrambi giunti alla fase conclusiva della propria vita. Qualunque terapeuta consideri l’obiettivo del proprio lavoro quello di aiutare i clienti ad affrontare le sfide della condizione umana, troverà queste sedute avvincenti e i commenti di Yalom illuminanti. E, forse, chi ha una concezione diversa della terapia, guardando questi video cambierà idea!
Terza parte
Spesso, molti clienti iniziano una terapia quando si trovano a dover prendere decisioni di vita difficili, ma importanti. Altrettanto spesso, molti terapeuti si sentono combattuti tra il desiderio di aiutarli a prendere tali decisioni e la necessità di evitare di cadere in un mero problem-solving. Restare a un livello superficiale, esaminando razionalmente i pro e contro, implica, infatti, la probabilità di lasciarsi sfuggire importanti “correnti sotterranee” nascoste in profondità, che incidono sul processo decisionale. Solo aiutando i clienti ad acquisire maggiore consapevolezza rispetto a tali fattori, il terapeuta disporrà di tutte le carte necessarie per supportarli nel prendere una decisione realmente informata, che tenga conto di ogni loro pensiero ed emozione.
Nel caso di Luke, Yalom lo aiuta ad acquisire, in sole due sedute, maggiore consapevolezza dei fattori all’origine delle sue difficoltà rispetto alla decisione di sottoporsi o meno a una vasectomia. Grazie alle conversazioni profonde con il figlio Victor e ai suoi commenti fuori campo durante le sedute, Yalom consente agli spettatori di comprendere la sua concettualizzazione del lavoro con Luke, le motivazioni alla base dei suoi interventi, nonché i principi generali da seguire per applicare una “lente esistenziale” alla propria pratica clinica.
Quarta parte
Questa parte comprende l’intervista intima e approfondita realizzata dal figlio di Irvin, lo psicologo Victor Yalom, forse l’unico a conoscere il lavoro del grande esperto meglio di chiunque altro. Nel corso della conversazione, risulterà evidente l’interconnessione tra le diverse idee di Yalom. Per esempio, apparirà chiaro quanto l’enfasi sul qui-e-ora presente all’interno del suo modello di psicoterapia di gruppo abbia influenzato il suo approccio alla terapia individuale: è proprio nel lavoro individuale che Yalom si è reso conto, ancora una volta, che seguire con grande attenzione le interazioni durante la seduta ravviva l’incontro terapeuta-cliente, facendo luce sulla realtà interpersonale di quest’ultimo.
L’intervista ripercorre la vita e la carriera di Yalom: dall’interesse per la letteratura (ispirato in parte dalla relazione e dal matrimonio con la moglie Marilyn Yalom, anch’essa affermata studiosa e scrittrice), alla formazione iniziale come psichiatra; dai primi gruppi di lavoro con pazienti affette da cancro al seno, all’integrazione delle idee tratte dalla filosofia esistenziale all’interno del lavoro terapeutico.
L’intervista descrive, inoltre, l’incontro di Yalom con vere e proprie leggende del settore come Viktor Frankl, Rollo May e Virginia Satir. L’intervista presente all’interno della serie “Irvin Yalom e l’arte della psicoterapia” è stata pubblicata poche settimane dopo la pubblicazione del suo libro “Diventare sé stessi” e testimonia l’immenso contributo di Yalom al campo della psicoterapia.
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